Iraq, continue esplosioni a Baghdad: almeno 57 le vittime
La guerra in Iraq sarà anche finita per gli Stati Uniti ma nelle strade di Baghdad continua a scorrere il sangue degli iracheni in queste ultime ore: una serie di attentati, infatti, stanno attraversando la capitale del Paese. Secondo quanto riferito dalla polizia il bilancio delle vittime e dei feriti appare già molto alto: sarebbero almeno 57 i morti e oltre 150 i feriti. Le esplosioni si stanno verificando in diverse zone della città: due bombe hanno colpito la zona centrale di Baghdad, un’autobomba il distretto commerciale di Karrada (dove sarebbe avvenuta, secondo la tv araba Al-Jazeera, la prima delle deflagrazioni) e altre due esplosioni si sono verificate nella zona nord della città. Esplosioni, a quanto pare, avvenute tutte nell’arco di 20 minuti. Quella che avrebbe causato più danni sarebbe avvenuta nel quartiere di al-Amal, dove sono morte almeno sette persone. Sembra che la bomba sia stata fatta esplodere quando i soccorritori erano giunti sulla scena in seguito a una prima deflagrazione.
Secondo il comunicato diffuso dal ministero dell’Interno iracheno gli attentati effettuati nelle ultime ore sarennero 13, alcuni dei quali protagonisti di diverse esplosioni. Nonostante ancora non sia arrivata alcuna rivendicazione già si parla di Al-Qaeda: l’organizzazione e il livello di coordinamento sarebbero riconducibili a loro.
Iraq al centro di una crisi politica
La serie di attentati che stanno attraversando Baghdad arrivano nel mezzo della grave crisi politica che in Iraq contrappone sunniti e sciiti. Degli ultimi giorni la notizia del mandato di cattura nei confronti del vice presidente sunnita Tareq al-Hashemi, accusato di avere legami con il terrorismo. Il premier Nouri al-Maliki ha ingiunto al governo del Kurdistan di consegnare Hashemi alle autorità centrali e ha chiesto anche le dimissioni del vice, Saleh al-Mutlak, appartenente come il vice presidente accusato al blocco parlamentare “Iraqiya”. Questi, sostenuti dai sunniti, hanno deciso di boicottare i lavori parlamentari e di governo.