Iraq, cecchino dell’Isis spara su giornalista a Mosul: salvato dalla GoPro
Pochi centimetri più a sinistra e sarebbe stato necessario aggiungere alla lista delle morti causate dallo Stato Islamico in Iraq anche il nome di Ammar Alwaely. Il giornalista iracheno stava effettuando una serie di riprese insieme ad un collega nella zona ovest di Mosul, roccaforte dell’Isis dilaniata dalla guerra, quando è stato preso di mira da uno dei cecchini fedeli al califfo Abu Bakr al-Baghdadi. La vicenda è avvenuta lo scorso 13 maggio.
Salvato dal regalo di un collega
Come dimostrano le riprese effettuate da un collega, Alwaely si trovava in piedi affianco ad un veicolo militare reso inutilizzabile a causa dei vetri crivellati di colpi quando il cecchino ha premuto il grilletto. La telecamera, fissata sul suo torace e in corrispondenza della sua spalla sinistra, ha fatto da barriera consentendogli di evitare il colpo e mettersi al riparo, rannicchiandosi dietro al veicolo.
Il proiettile, infatti, ha centrato il guscio in plastica rigida della GoPro, regalo di un collaboratore. Alwaely ha riportato soltanto delle ferite minori dovute ai tagli causati dai frammenti del proiettile e del guscio della GoPro. Impossibile sapere se si sia trattato di uno sbaglio o di un errore intenzionale del cecchino, magari esploso con lo scopo di ricordare ai giornalisti che, anche se lo Stato Islamico sta arretrando, a Mosul gli uomini del Califfo resistono.
Oltre 250mila civili nelle mani dell'Isis
Le forze irachene sostengono di aver riconquistato quasi il 90 per cento della zona occidentale di Mosul e che i jihadisti annidati in città siano sull’orlo di una sconfitta. Le operazioni di riconquista di quella che rappresenta una delle maggiori città irachene sono iniziate quasi 7 mesi fa, periodo in cui i militari iracheni sono riusciti a sottrarre allo stato islamico i quartieri orientali di Mosul.
Gli stretti vicoli dei quartieri più centrali della città complicano le operazioni di riconquista. Si stima che più di 250mila civili siano ancora intrappolati nelle aree controllate dallo Stato Islamico. Sfruttare gli scudi umani per far fronte alla superiorità delle risorse dell’esercito iracheno è diventata una tattica consolidata dell’Isis a Mosul, al punto da scoraggiare i tentativi di fuga uccidendo chiunque provi a scappare. Alcuni civili raggiunti dall’Afp hanno, però, dichiarato che la fame sta iniziando a mietere più vittime dei combattimenti per la riconquista della città.