Iran, ultimo avvertimento agli Stati Uniti: la portaerei non torni nel Golfo
Dopo dieci giorni di esercitazioni militari, che hanno visto anche il lancio di missili a medio e lungo raggio da mare, e la minaccia di chiudere lo Stretto di Hormuz, punto strategico per il transito di circa il 20% del greggio mondiale, arrivano avvertimenti da Teheran all'indirizzo della Difesa americana che suonano più come cupe minacce agli Stati Uniti
Consigliamo vivamente alla portaerei americana che ha attraversato lo Stretto di Hormuz e che attualmente si trova nel Golfo dell'Oman di non tornare nel Golfo Persico. La Repubblica Islamica d'Iran non ha intenzione di ripetere il suo avvertimento.
Atahollah Salehi, Capo dello Stato Maggiore Interforze iraniano, si è espresso con fin troppa chiarezza in merito all'episodio di pochi giorni fa, quando la portaerei a propulsione nucleare USS John Stennis è stata avvistata da un aereo di ricognizione nelle acque in cui erano in corso le manovre di addestramento della marina iraniana, ribattezzate Velayat 90; esortando a seguire il «suggerimento» al fine di evitare che si passi all'«azione».
Alla nave da guerra statunitense, dunque, è stato intimato di non tornare nel Golfo Persico ma di restare nel Golfo dell'Oman dove è stata trasferita il 27 dicembre, passando attraverso lo Stretto di Hormuz proprio durante i giorni in cui Teheran minacciava di chiudere il passaggio. Chiaramente la situazione, allo stato attuale delle cose, sembra destinata ad esplodere facilmente, considerando le dichiarazioni dei giorni scorsi provenienti dagli Stati Uniti che sottolineavano come un eventuale blocco del braccio di mare non sarebbe stato tollerato.
Fanno eco le parole di Ramin Mehmanparast, Ministro degli Esteri dell'Iran, ai giornalisti: scopo delle esercitazioni sarebbe stato dimostrare che lo stretto è perfettamente controllabile e che «la sicurezza della zona può essere ottenuta senza alcuna interferenza straniera», aggiungendo che Teheran è pronta da tempo a riprendere i negoziati nucleari con le grandi potenze.
E non aiuta a distendere gli animi neanche quello che accade in Europa dove il Ministro degli Esteri Alain Juppè è tornato a sottolineare con forza l'urgenza di inasprire le sanzioni imposte al regime di Ahmadinejad, non nutrendo alcun dubbio rispetto al fatto che l'Iran stia effettivamente lavorando allo sviluppo di armi nucleari, pur lasciando aperta l'ipotesi del dialogo.