Iran, per la prima volta Teheran conferma le vittime delle proteste: “Più di 300 i morti”
Sarebbero oltre 300 le persone morte in Iran dall’inizio delle proteste scoppiate in tutto il Paese dopo la morte della 22enne curda Mahsa Amini, morta per mano della polizia morale perché non indossava correttamente il velo. Si tratta della prima dichiarazione ufficiale di Teheran che giunge attraverso le parole di Amirali Hajizadeh, comandante della Forza Aerospaziale delle Guardie della rivoluzione islamica.
“Non ho le statistiche più recenti, ma credo che a causa di questo incidente abbiamo avuto più di 300 martiri e persone uccise", ha detto Hajizadeh, riferendosi alle forze dell'ordine e ai manifestanti. Secondo il generale inoltre, tra i morti ci sarebbero anche molti iraniani che non erano coinvolti direttamente nelle proteste. La cifra delle vittime ammesse dal regime è comunque di gran lunga più bassa di quella fornita dalla Ong Human Rights Activists, secondo cui ci sarebbero 451 morti tra i manifestanti e 60 tra le forze dell'ordine, mentre sarebbero state arrestate oltre 18mila persone.
Intanto crescono le mobilitazioni per chiedere la liberazione di Arash Sadeghi, attivista iraniano per i diritti umani arrestato lo scorso 21 ottobre durante le proteste contro il regime degli ayatollah. L'uomo, già arrestato diverse volte in passato per le sue azioni politiche di protesta, sarebbe malato di cancro e per questo necessiterebbe di cure specifiche che in carcere non gli vengono somministrate.