Iran non attaccherà Israele, almeno per il momento: “Khamenei convinto dal neopresidente Pezeshkian”
L’Iran non attaccherà Israele, almeno per le prossime due settimane. Secondo il quotidiano kuwaitiano Al-Jarida, il presidente iraniano Masoud Pezeshkian avrebbe infatti convinto la Guida suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, a rinviare la preannunciata rappresaglia contro Israele (a seguito dell’uccisione del leader politico di Hamas Ismail Haniyeh) a dopo la formazione del nuovo governo.
Già gli Stati Uniti avevano annunciato di aver aperto una linea diretta con Teheran di ritardare la vendetta per almeno i prossimi 15 giorni. L'Iran si sarebbe detto d'accordo, come risultato dell'apertura del contatto diretto nel fine settimana.
Il presidente Joe Biden ha intanto ha detto che l’accordo per un cessate il fuoco a Gaza “è ancora possibile”: “Sto lavorando letteralmente ogni singolo giorno con tutta la mia squadra per fare in modo che ciò accada e per evitare l’escalation in una guerra regionale”, ha dichiarato il numero uno della Casa Bianca.
Anche il neo leader di Hamas, Yahya Sinwar, vorrebbe un accordo che ponga fine alla guerra a Gaza. Questo è il messaggio che i mediatori di Egitto e Qatar hanno trasmesso ai funzionari israeliani in vista di un incontro che si terrà la prossima settimana. Lo ha riferito alla Cnn una fonte israeliana a conoscenza della questione. Ma "nessuno sa cosa voglia Bibi", ha detto, riferendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, aggiungendo che i funzionari USA hanno detto a Tel Aviv che si dovrebbe raggiungere immediatamente un accordo per evitare una "guerra regionale".
Ed è sempre l'organizzazione militare palestinese ad accusare gli Stati Uniti degli orribili massacri a Gaza, spiegando che quanto sta avvenendo nell'enclave costiera assediata non sarebbero in corso se non ci fosse il sostegno di alcune capitali occidentali, guidate da Washington". In un post su Telegram, Hamas ha poi affermato che la Casa Bianca ha fornito a Israele sostegno politico e militare, rendendosi in questo modo "complici diretti del massacro della scuola di al-Tabin e di altri crimini e violazioni".