Iran, l’aereo ucraino aveva preso fuoco in volo prima di precipitare: “Dobbiamo rientrare”
L'aereo della Ukraine International Airlines, precipitato ieri a Teheran, stava rientrando a causa di un "problema": è quanto emerge finora dall'inchiesta iraniana sull'incidente costato la vita a 176 persone. "L'aereo, che all'inizio si dirigeva verso est per lasciare l'aeroporto, ha girato a destra per un problema e stava tornando allo scalo nel momento dell'incidente", ha reso noto l'Organizzazione per l'aviazione civile iraniana.
Stando alla relazione preliminare comunicata oggi dall'aviazione civile iraniana, il velivolo avrebbe preso fuoco prima di perdere il controllo e schiantarsi. Dopo il decollo il velivolo aveva invertito la rotta per un "problema tecnico", ma gli scambi radio tra il pilota e la torre di controllo non testimonierebbero alcuna situazione straordinaria. Gli inquirenti, che stanno studiando le scatole nere che sono danneggiate, citano testimoni a terra e personale di altri aerei che sorvolavano la zona e spiegano che Boeing 737 ha preso fuoco mentre era già in volo.
A bordo del velivolo si trovavano 83 cittadini iracheni, 63 canadesi, 11 ucraini e 10 svedesi. Nessuno è sopravvissuto.
Il Boeing 737 era arrivato da Kiev a Milano Malpensa martedì 7 gennaio: era atterrato alle 12.09. Poco più di tre ore dopo è ripartito per la capitale Ucraina, alle 18.45. Secondo Leonard Berberi, giornalista del Corriere della Sera specializzato in aviazione, “nella sua sosta a Malpensa — a quanto si apprende — sarebbero stati effettuati i soliti controlli di routine che consistono in una analisi visiva e superficiale dell’esterno del velivolo per vedere se ci sono anomalie come una perdita d’olio, un’usura evidente delle gomme, eventuali criticità all’impianto frenante o ai motori. Ma i controlli non avrebbero mostrato criticità”.