Iran, guerra alle Barbie
E' un simbolo dell'odiato Occidente e per questo deve sparire dalla circolazione. L'oggetto in questione è la bambola più famosa del mondo: la Barbie. A metterla al bando è l'Iran, il paese più anti occidentale del mondo. Secondo gli ayatollah la bambola prodotta negli odiati Usa è uno dei simboli della dissolutezza dell'occidente e per questo motivo non deve circolare sul territorio iraniano. E' cominciata così una vera e propria caccia alle streghe con vittima designata non solo la bambola ma soprattutto i negozi che la vendono.
Sono infatti decine i negozi di giocattoli che sono stati chiusi solo per aver esposto nelle proprie vetrine la bambola della discordia. Centinaia i sequestri della bambola che non deve essere più disponibile per le bimbe iraniane. A riferire della campagna contro il giocattolo americano è l'agenzia specializzata in Medio Oriente, Mehr che parla però di un piano preciso da parte delle autorità religiosa. Quella delle Barbie non è che una fase del processo di estirpazione di tutte le manifestazioni della cultura occidentale.
La proibizione della vendita della Barbie non è nuova in Iran. Il blocco alla bambola era già avvenuta negli anni novanta e allora la campagna fu ancora più dura. In quel caso un'agenzia governativa aveva definito la bambola il cavallo di Troia dell'occidente. Una definizione che il giocattolo si è guadagnato per i suoi abiti succinti, per i suoi costumi da bagno intercambiabili o per le sue abitudini alla base delle varie situazioni ludiche inventate dalla casa produttrice.
Secondo i religiosi un'immagine del genere, a fronte dei divieti alle donne di uscire senza velo o di nuotare accanto agli uomini, è inaccettabile e farla vedere come modello alle piccole iraniane sarebbe fuorviante. Per questo motivo nel paese nel 2002 sono nate anche le anti – Barbie. Sara e Dara, due bambole vestite completamente in maniera diversa rispetto alla collega americana e con abitudini nettamente diverse e più confacenti allo stile di vita iraniano. L'operazione commerciale fallì però clamorosamente tanto da costringere i produttori al ritiro delle neonate bambole. Dieci anni dopo è toccata anche alla concorrente, la bambola più amata nel mondo.