“Io sono il male”: la frase sul post-it scritta dall’infermiera accusata di aver avvelenato 7 neonati
"Io sono il male, sono stata io". È questo quello che avrebbe scritto su un post-it Lucy Letby, l'infermiera di 32 anni accusata di aver ucciso sette bambini e di aver tentato di avvelenarne altri 10 mentre lavorava nell'unità neonatale del Countess of Chester Hospital, a Chester, nord-ovest dell'Inghilterra, tra giugno 2015 e giugno 2016.
È quanto è emerso dal processo in corso in questi giorni: il post-it sarebbe stato trovato nella casa della donna dopo il suo arresto. Sullo stesso bigliettino ha poi scritto: "Non merito di vivere. Li ho uccisi perché non sono abbastanza brava. Sono una persona orribile e malvagia", anche se davanti alla corte l'infermiera continua a negare il suo coinvolgimento nelle morti dei neonati.
Letby è stata arrestata nella sua casa di Chester nel luglio 2018. Durante una perquisizione della proprietà, gli investigatori hanno trovato documenti relativi a molte delle sue presunte vittime, tra cui alcuni post-it su cui venivano fatti anche i nomi di alcune colleghe. Tra questi, anche il bigliettino su cui avrebbe "confessato" un possibile coinvolgimento nella vicenda.
In aula è stato anche mostrato ai presenti il post-it in questione, insieme ad altri dove si leggevano alcune parole, scritte sempre a caratteri cubitali, come "Speranza", "Panico", "Paura" e "odio".
"Bene, onorevoli colleghi, in poche parole è il vostro compito in questo caso. Che abbia fatto o meno queste cose terribili è la decisione che dovrete prendere quando avrete ascoltato tutte le prove", ha detto il procuratore Nick Johnson. Mentre l'avvocato difensore della donna, Ben Myers, ha dichiarato: "Riconosciamo la tristezza e lo stress, e persino la rabbia, che derivano da accuse come queste. Ma è importante fare attenzione che la colpa non venga attribuita a quella donna quando potrebbero esserci anche altre persone che hanno commesso errori o un sistema che ha fallito".
E poi ancora: "Lucy Letby era un'infermiera devota. Si è impegnata per diventare un'infermiera neonatale e quello che voleva era prendersi cura dei bambini. Non voleva in alcun modo far loro del male. Adorava il suo lavoro. Si preoccupava profondamente dei bambini e si prendeva cura anche delle loro famiglie". Il processo continua.