“Io, italiano alle Canarie, rifarei questa scelta. Ma qui le cose sono molto cambiate”: la storia di Ramon
"Di recente ho letto su diverse testate e sui social i racconti di persone che parlano delle Canarie con gli occhi della ‘luna di miele‘. Ma io vivo qui da quasi 6 anni e diciamo che ora vedo le cose con un po' più di oggettività".
Ramon Sessi ha 38 anni, lavora e vive a Gran Canaria (prima abitava a Lanzarote, ndr) e sulla base della sua esperienza ha spiegato a Fanpage.it che le cose sono molto cambiate da quando lui e sua moglie Lucia, 35, si sono trasferiti nell'arcipelago spagnolo, dove è nata la loro bimba che oggi ha 1 anno e 5 mesi.
Circa un anno fa ci aveva spiegato i pro e i contro della scelta di spostarsi e vivere in un altro Paese. Nell'ultimo periodo pare però che sia cresciuto tanto il malumore dei residenti verso gli stranieri. "Prima non era così – dice Ramon – Qui vedono male anche i turisti, figurati come sono percepiti quelli che vengono qui per cambiare vita, come ho fatto io anni fa. Le case disponibili non sono tante e i residenti si sentono come se venissero ‘derubati'".
Dopo il Covid Ramon sostiene che la situazione era addirittura migliorata, "perché tantissime attività hanno chiuso, indipendentemente dalla nazionalità delle persone che le gestivano, e subito dopo la pandemia c'è stato bisogno di gente che ne aprisse altre. È difficile che un abitante di qui apra negozi nuovi, è un fatto culturale, le persone sono abbastanza abitudinarie. Quindi, sono arrivati tanti stranieri da molti Paesi".
"Io ho subito episodi di discriminazione in ambito lavorativo, mi è stato detto: ‘Perché prendere un italiano quando si può assumere uno spagnolo?', qui c'è un po' questa mentalità. – spiega ancora il il 38enne – Questo pregiudizio c'era già quando sono arrivato, ma ora lo sento di più. Stanno organizzando manifestazioni per chiedere un limite ai turisti e anche agli expat. Gli affitti, per esempio, prima erano molto più bassi, i prezzi ora invece sono saliti molto".
Il fenomeno dell'overtourism che da anni interessa il Paese e l'arrivo di tante persone dall'estero sono arrivati infatti a esasperare i residenti. "Le nostre isole sono un tesoro che deve essere difeso", hanno detto gli attivisti di "Canarias se agota", un collettivo che sta dietro alle recenti proteste di cui ci parla Ramon. Addirittura alcuni membri del gruppo hanno iniziato uno sciopero della fame la scorsa settimana per fare pressione sulle autorità.
"Non mi pento della mia scelta, qui ho trovato tanti servizi gratuiti, soprattutto per le famiglie. Rifarei tutto anche oggi ma con la consapevolezza che l'ambiente è cambiato tantissimo ed è diventato più difficile trovare lavoro, casa e anche riuscire a ‘imporsi' e trovare uno spazio. – conclude Ramon – Diciamo che, vista la situazione attuale, direi di aspettare a chi vorrebbe trasferirsi. Il 2024 sarà un anno un po’ turbolento per le Canarie…".
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