Invasione di milioni di cavallette in Iran, il governo accusa i sauditi: “Non le hanno fermate”
Parlare di guerra è forse troppo, ma la tensione tra Arabia Saudita ed Iran è arrivata alle stelle in seguito alla maxi invasione di cavallette che si sta verificando a Teheran e dintorni. Gli esperti parlano addirittura di gruppi di 20 milioni di insetti che stanno mettendo in serio pericolo l'agricoltura locale. E le immagini che arrivano dai territori colpiti, condivise sui social network, sono impressionanti. La colpa di questa situazione, che sta diventando insostenibile, e per cui anche la Fao e le Nazioni Unite hanno lanciato un appello, sarebbe, secondo i locali, proprio dei sauditi. Saeed Moein, responsabile per la lotta contro i parassiti dell'Iran, intervistato dall'agenzia Fars News, ha infatti accusato il Paese rivale di aver "permesso che i parassiti si dirigessero verso l'Iran e non ha agito minimamente per lottare contro di esse".
Ma il peggio non è ancora arrivato. Sempre secondo Moein, l'apice dell'invasione delle cavallette è atteso nei prossimi giorni, quando gli stormi di insetti, che si spostano fino a 400 chilometri al giorno a circa 1700 metri di altezza, si ingrosseranno in gruppi da 50 milioni. Le locuste hanno colpito finora sei regioni meridionali, in particolare Khouzestan, Bushehr, Fars, Hormozgan, Kerman e Sistan e Beluchistan. Teheran è riuscita al momento a controllare il fenomeno, soprattutto impedendone la riproduzione e evitando che i campi agricoli venissero colpiti. Nonostante il loro spostamento sia dovuto alle condizioni climatiche che ci sono nel Paese, dove ci sono abbondanti piogge e livelli di umidità alle stelle, i primi ad essere accusati per questa situazione che diventa sempre più difficile sono i sauditi. Il governo di Riyadh, in particolare, si rifiuterebbe di agire, pur sapendo che gli insetti si dirigono verso l'Iran e che minacciano il raccolto e l'intera popolazione. Questo è il peggior attacco degli ultimi 40 anni. Se non verrà fatto qualcosa entro le prossime due settimane, quando sono previste le inondazioni stagionali, bisognerà dichiarare la crisi: a rischio circa 30 miliardi di dollari di prodotti agricoli.