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Guerra in Ucraina

“Invasione decisa a settembre, Zelensky verrà ucciso”: le rivelazioni dell’ex consigliere di Putin

Secondo Serghej Markov, direttore dell’Istituto di Ricerche politiche di Mosca, già deputato e ed ex uomo di fiducia di Vladimir Putin, “l’invasione dell’Ucraina è stata decisa a settembre e i russi pensavano che la vittoria sarebbe arrivata presto. Zelensky credo che verrà ucciso, da un parente delle vittime dei suoi crimini o dagli stessi nazisti di Azov”.
A cura di Ida Artiaco
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L'invasione dell'Ucraina è stata decisa a settembre e i russi pensavano che la vittoria sarebbe arrivata presto ma non avevano fatto i conti con la resistenza di Kiev. Le cose sono poi cambiate anche per la propaganda antirussa di Biden. È quanto rivela Serghej Markov, direttore dell’Istituto di Ricerche politiche di Mosca, già deputato e uomo di fiducia di Vladimir Putin dal 2011 al 2018, in una lunga intervista rilasciata a La Repubblica. Secondo Markov, il presidente russo pensava che i cittadini ucraini si sarebbero ribellati e che l’esercito avrebbe mollato Zelensky. Ma qualcosa è andato storto e i suoi piani non sono andati come avrebbero dovuto.

Secondo Markov "in Ucraina ci sono i nazisti al soldo degli Usa per seminare il terrore tramite strutture statali e non governative. L’obiettivo degli americani era fare dell’Ucraina un’anti-Russia, ma la maggior parte degli ucraini è russofona e russofila. La propaganda non bastava. E hanno investito sui nazisti. Un presidente ebreo serve a dire che noi russi diciamo bugie". L'ex consigliere di Putin non si sbilancia sulla fine della guerra. "Il piano iniziale – ha spiegato – era uno Stato neutrale nella forma di una Repubblica ucraina federale associata all’Unione Russia-Bielorussia che avrebbe inglobato varie Repubbliche popolari come Donetsk, Lugansk, Kharkiv. Ora è annettere le regioni più russofone. Resterà un territorio ucraino, ma ridotto". Come proseguiranno anche i negoziati di pace tra le due delegazioni "dipenderà da come andrà la manovra nel Donbass. Militarmente l’operazione non sta procedendo come si voleva. Ci si aspettava che finisse prima. Ci si era spinti fino a Kiev perché si pensava che l’esecutivo sarebbe fuggito, si sarebbe creato un vuoto di potere e si sarebbe potuto insediare un esecutivo filo-russo. Nel 2014 il 78% dei militari ucraini in Crimea si associò all’esercito russo. Si presupponeva che almeno il 20% dell’esercito ucraino si sarebbe schierato con i russi e che almeno il 30% si sarebbe arreso, ma non è successo".

Cosa ne sarà del presidente ucraino Zelensky? "Potrebbe restare a capo di questo pezzetto di Ucraina filoamericana, ma credo che verrà ucciso prima, da un parente delle vittime dei suoi crimini o dagli stessi nazisti di Azov", ha concluso Markov, perché "c’è lui dietro alle fucilazioni di Bucha e all’attacco a Kramatorsk".

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