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Inondazioni in Argentina e Uruguay: oltre 4mila sfollati, danni a colture e bestiame

Nelle ultime settimane circa 4mila persone hanno dovuto abbandonare le proprie case in diverse città dell’Argentina e dell’Uruguay a causa delle recenti inondazioni. I violenti fenomeni che hanno interessato lo Stato brasiliano meridionale del Rio Grande do Sul dei giorni scorsi hanno messo in allerta tutte le località che si affacciano sul fiume Uruguay, il corso d’acqua che attraversa i tre Stati.
A cura di Eleonora Panseri
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Sono circa 4mila le persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case in diverse città dell'Argentina e dell'Uruguay a causa delle inondazioni avvenute nelle ultime settimane.

Secondo l'ultimo bollettino del Sistema nazionale di emergenza uruguaiano, in tutto il Paese 3.352 persone in almeno nove dipartimenti sono state costrette a lasciare le loro abitazioni. La regione più colpita è quella di Paysandu, al confine con l'Argentina, dove 1.569 persone risultano sfollate.

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L'agenzia del governo dell'Uruguay ha avvertito inoltre che sono state colpite le colture di soia, riso, mais e canna da zucchero, aggiungendo che le inondazioni influiscono anche sul bestiame e sulla semina di grano, orzo e colza prevista per l'inverno.

In Argentina, invece, l'esondazione del fiume Uruguay ha causato l'evacuazione di almeno 568 persone nella città di Concordia, dove il comune ha chiesto ai residenti di evitare le zone colpite dalle inondazioni per motivi di sicurezza.

I violenti fenomeni meteorologici che si sono verificate nello Stato brasiliano meridionale del Rio Grande do Sul nei giorni scorsi hanno messo in allerta tutte le località che si affacciano sul corso d'acqua che attraversa i territori di Argentina, Brasile e Uruguay.

Lo Stato meridionale del Brasile sta affrontando gravissime inondazioni dovute alle piogge che stanno colpendo la regione da lunedì 29 aprile. L'emergenza ha sin qui coinvolto 446 dei 497 comuni dello Stato, causando 148 morti, 806 feriti e almeno 124 dispersi. Al momento, inoltre, oltre 538mila persone che hanno dovuto abbandonare le loro case.

Di queste, poco più di 75 mila sono state accolte presso posti di ricovero pubblico, mentre le altre sono state accolte presso familiari e amici. Il governo dello Stato ha disposto da circa due settimane lo Stato di emergenza e calamità pubblica, nel tentativo – tra le altre cose – di agevolare le complicate operazioni di soccorso e di consegna dei beni di prima necessità.

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