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La morte di George Floyd in Usa

Inizia il processo per George Floyd: Minneapolis blindata. “No ai due sistemi giudiziari”

Si apre oggi il processo Floyd che tiene gli Stati Uniti col fiato sospeso: Minneapolis è blindata, così come le maggiori città americane. Sono stati scelti 12 giurati per giudicare il poliziotto accusato di omicidio aggravato. Chauvin rischia 40 anni di galera. Alla vigilia del processo, i familiari hanno chiesto una condanna. “Basta con i sistemi giudiziari diversi tra bianchi e neri”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Inizia uno dei processi più attesi degli USA: quello per la morte di George Floyd, l'afroamericano ucciso con un ginocchio sul collo da un poliziotto dopo un fermo. Derek Chauvin, l'agente di polizia accusato della morte del cittadino statunitense, dovrà presentarsi oggi al banco degli imputati per rispondere alle domande di un Paese che aspetta il verdetto con il fiato sospeso. Motivo dell'arresto una banconota da 20 dollari contraffatta. L'episodio aveva scatenato violente proteste in tutte le maggiori città del Paese: anche in quell'occasione si era scatenato lo scontro con la polizia. Presi di mira soprattutto i cittadini appartenenti a minoranze etniche, la maggioranza del pubblico dei cortei. Otto minuti e 46 secondi, questo il tempo in cui Floyd è rimasto a terra con un ginocchio sul collo. Una manciata di minuti che ha risvegliato la coscienza degli americani, in un senso e nell'altro: da una parte i discriminati, intenzionati a far sentire la loro voce. Dall'altra i cittadini bianchi, nella maggioranza dei casi fermi a guardare la rivoluzione.

Il processo è di alto profilo, uno dei casi più in vista sul tema della violenza delle forze dell'ordine dal 1991 con il pestaggio dell'afroamericano Rodney King. Allora furono quattro agenti di Los Angeles a dover rispondere della violenza ai danni del cittadino statunitense. Da allora sono stati diversi i casi che hanno mediaticamente fatto scalpore, ma che non hanno ottenuto giustizia sul banco degli imputati: uno su tutti quello di Breonna Taylor, uccisa in casa per un "errore" delle forze dell'ordine che hanno buttato giù la porta senza annunciarsi come agenti incaricati di una perquisizione. Perquisizione del tutto ingiustificata, visto che la droga ricercata dagli agenti non poteva trovarsi in casa dell'ex fidanzata del pusher ricercato. Breonna non aveva contatti con lui ormai da diverso tempo, così come attestato anche dalle intercettazioni. Chauvin si prepara al processo mentre gli Usa attendono sviluppi con città completamente blindate.

Per il processo, i giudici hanno impiegato diverso tempo per scegliere la giuria: un passaggio difficile, vista l'esigenza di scegliere cittadini che non avessero già un'opinione sull'accaduto. Saranno 12 le persone che ascolteranno il caso e decideranno cosa ne sarà dell'agente. Si tratta di un processo cruciale per i moderni Stati Uniti, soprattutto per i primi mesi del mandato Biden. Trump aveva infatti osteggiato le proteste, chiedendone la repressione anche violenta. Joe Biden si è invece presentato agli elettori come il presidente che desidera unire le diverse fazioni dell'America in un unico scopo. Una condanna o un'assoluzione parziale o totale sono in grado di rovesciare completamente la visione dei cittadini del nuovo inquilino della Casa Bianca.

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Tutti i giurati hanno visto il video del poliziotto inginocchiato sul collo di Chauvin. Questo è quanto richiesto alle persone chiamate a giudicare. L'agente dovrà rispondere di omicidio preterintenzionale di secondo grado, omicidio colposo e omicidio di terzo grado. Chauvin, nonostante tutto, continua a dichiararsi non colpevole davanti al rischio di una condanna fino a 40 anni d carcere. Il giorno prima dell'apertura del processo, i familiari di Floyd hanno chiesto giustizia per l'afroamericano. "Abbiamo bisogno di una condanna – ha detto il fratello del defunto, Philonise Floyd, durante la veglia organizzata presso la Chiesa Battista Greater Friendship Missionary -. Non possiamo avere due sistemi giudiziari paralleli. Dovrebbe esserci un sistema solo, quello degli Stati Uniti. Non possiamo continuare a dividerlo tra bianchi e neri: siamo un Paese solo"

L'avvocato della famiglia Floyd

"Il mondo e l'America ci guardano. Chiediamo giustizia – ha affermato Benjamin Crump, uno degli avvocati che rappresentano attualmente la famiglia di George Floyd -. Si tratta di un caso che non è difficile da giudicare: un assassinio". Il legale ha commentato con quest'ultima battuta le aspettative dei familiari e dell'intera comunità nera sul processo, riferendosi alle immagini ormai pubbliche in cui Chauvin soffoca Floyd con il ginocchio nonostante le preghiere.

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