“Indifesi e senza poter uscire di casa, vi raccontiamo come si vive in Vietnam a 40 gradi”
“Il Sud del Vietnam ha due stagioni – racconta Karim, dopo ormai 5 anni trascorsi a Saigon, città del Vietnam meridionale anche conosciuta come Ho Chi Minh – quella del caldo secco e quella delle piogge. Normalmente io le definisco ‘stagione calda’ e ‘quella peggio’”.
Inizia così il racconto che alcuni italiani residenti in Vietnam hanno fatto a Fanpage.it dell’eccezionale ondata di calore che sta mettendo a dura prova il Paese.
Quello registrato nel corso del mese di maggio 2023 è un caldo senza precedenti: una stazione meteorologica nella provincia centro-settentrionale di Thanh Hoa ha registrato la temperatura più alta mai raggiunta in Vietnam, pari a 44.1°C.
“È sempre stato molto afoso, soprattutto a causa dell’elevata umidità nell’aria, ma questa è senza dubbio l’ondata di caldo più intensa e duratura che ricordi”, afferma decisa Celeste, che si occupa di marketing presso un’agenzia di viaggio nella capitale, Hanoi.
Le temperature medie dell’ultimo mese difficilmente sono scese sotto ai 30°C: generalmente oscillano tra i 33-35°C, ma facilmente raggiungono picchi vicini ai 40°C.
Anche Gabriele vive ad Hanoi e da oltre 2 anni lavora come insegnante di inglese. “In questo periodo nella capitale le temperature superano sempre almeno i 33°C, fino ai 40°C – spiega – Ma non basta: il tasso d’umidità, il traffico e l’inquinamento ambientale incrementano la temperatura percepita di almeno altri 8-10 gradi. Negli scorsi anni, inoltre, almeno pioveva quasi tutti i giorni, ma quest’anno lo ha fatto raramente e con meno intensità”.
È indubbio che la crisi climatica e ambientale abbia dato il colpo di grazia a un clima già particolarmente ostico e afoso: l’ondata di calore senza precedenti che sta attualmente opprimendo il Paese è stata definita dagli scienziati della World Weather Attribution – collaborazione accademica che studia l’impatto dei cambiamenti climatici sugli eventi meteorologici estremi – “la più violenta e persistente ondata di caldo degli ultimi 200 anni”.
Una condizione così estrema ha inevitabilmente un profondo impatto sulla vita delle persone, anche su quelle più privilegiate come gli italiani che vivono là.
Il maestro Karim racconta come è cambiata l’organizzazione scolastica, con i bambini che non possono più giocare all’aperto come facevano prima. “In generale si cerca di evitare di uscire in certi orari, si beve molta acqua e si mangia frutta fresca – spiega – Il fatto è che l’acqua che beviamo qua non è minerale, ma depurata, quindi la mancanza di sali e minerali aumenta la sensazione di non riuscire a dissetarsi: per questo consigliano di mangiare frutta fresca”.
Non solo non è sufficiente seguire i “classici” consigli, come quello di non uscire, almeno, tra le 11 e le 14: il caldo si rivela atroce anche serrati dentro casa, con le tapparelle abbassate di giorno. “È indispensabile l’utilizzo del ventilatore – afferma senza pensarci due volte Gabriele – ma spesso non basta nemmeno quello”.
Infatti, ultimamente – e si teme che possa andare avanti così per tutti i prossimi mesi – sono sempre più frequenti blackout su vasta scala causati dell’aumento della richiesta energetica per far fronte all’afa: “Per esempio oggi – spiega sempre Gabriele – dopo aver lavorato questa mattina a scuola, sono rientrato nel mio appartamento intorno alle 10.45 e non ho avuto elettricità disponibile fino alle 13.30. Mi sono sentito sfiancato e senza difese contro la siccità, continuavo a sudare e ho trovato un leggero sollievo solo facendo due volte la doccia con acqua fredda”.
“Nel pomeriggio – continua – avrei dovuto recarmi di nuovo a lavoro ma la scuola mi ha avvisato poco prima di non disporre di elettricità, senza alcun preavviso. È evidente il disagio che crea questa situazione, sia a livello fisico che economico e organizzativo".
"Noi (italiani emigrati) siamo in una condizione privilegiata: alcune famiglie del posto che non hanno generatori autonomi, specialmente quelle con anziani e bambini, si devono rivolgere agli hotel locali che dispongono di elettricità in cerca di una camera per la giornata, per trovare un po’ di sollievo. Ovviamente non è una soluzione economica, soprattutto considerando i bassi stipendi in Vietnam, ma tale è la situazione di disagio”.
Senza considerare tutta quella fascia della popolazione che non può permettersi una tale spesa. Karim fa parte di un gruppo di volontari che la sera organizza delle uscite per distribuire bottigliette d’acqua fresca ai senzatetto: “La loro situazione è drammatica. Anche se in giro non ci sono fontanelle, ci sono però diverse opzioni per avere acqua da bere, per chi ne ha bisogno: molti caffè danno gratuitamente del te fresco, oppure bottiglie dalle quali si può prendere da bere. Non è un’offerta molto allettante data la temperatura dell’acqua, ma comunque dimostra kindness, solidarietà”.
“Purtroppo la previsione è che questa estate sarà molto calda e molto lunga – conclude Gabriele – Siamo solamente all’inizio e la situazione è già così grave e disagevole. Non ci resta che sperare che la previsione sia in fondo errata… Nel frattempo, sogno ad occhi aperti un ventilatore wireless”.