India, un’altra ragazza muore dopo lo stupro di gruppo: scoppiano le proteste
La morte di una seconda vittima di stupro nella regione dell' Uttar Pradesh, in India, ha suscitato forti proteste e manifestazioni in tutto il paese. La notizia arriva dopo che lo scorso martedì una ragazza di 19 anni, Manisha Valmiki, era morta dopo due settimane in terapia intensiva a causa delle ferite riportate dopo uno stupro di gruppo. Era stata aggredita e picchiata da quattro uomini di casta elevata. Anche la seconda vittima, una giovane di 22 anni, appartiene alla casta Dalit, gli ex "intoccabili" considerati inferiori nel sistema sociale e religioso induista. La ragazza sarebbe stata rapita, violentata e lasciata agonizzante qualche giorno fa a Balrampur, lontano cinquecento chilometri dal villaggio di Hathras. La notizia è arrivata alla stampa solo questa mattina, tra la rabbia e l'indignazione crescente contro le aggressioni sessuali e la violenza di casta.
Movimenti femministi, studenti e attivisti sono scesi in piazza per chiedere da parte del governo un'azione concreta per far cessare episodi del genere che sono in corso oggi in tutto il Paese. La Polizia afferma di aver già arrestato due uomini, indiziati per quest'ultimo assassinio. Rahul e Priyanka Gandhi, figli di Sonia Gandhi, avevano avviato una marcia non violenta per raggiungere ad Hathras la famiglia della prima ragazza, ma sono stati arrestati dalla Polizia dell'Uttar Pradesh. Per mantenere l'ordine pubblico le autorità del distretto hanno proibito ogni forma di manifestazione e hanno chiuso i confini del distretto; numerosi attivisti che cercavano di violare i blocchi sono stati picchiati dagli agenti. La NHRC, la Commissione Nazionale indiana per i diritti umani ha indirizzato al governo dell'Uttar Pradesh la richiesta di giustificare quanto accaduto nel villaggio della vittima. L'Uttar Pradesh, a nord est di Delhi, è lo stato più popoloso del paese e quello che registra il più alto tasso di crimininalità e di violenze contro le donne: il Governatore è Yogi Adityanath, monaco indù e potente politico, molto vicino al premier Modi.
Nonostante le leggi che li tutelano, la discriminazione resta una realtà quotidiana per la popolazione Dalit. Lo stupro e la violenza sessuale sono un problema molto sentito in India sin dall'aggressione e la morte di una donna a Delhi nel 2012. Già allora erano state forti le proteste e l'opinione pubblica aveva richiesto modifiche alle leggi sullo stupro vigenti nel paese. Ma non c’è stato alcun segno di diminuzione dei crimini contro le donne e le ragazze.