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India, sfida le autorità del villaggio. Stuprata e poi uccisa una 16enne

La vittima aveva protestato contro il tribunale della sua comunità, che aveva condannato il padre ad una pesante multa e a lasciare la propria casa.
A cura di B. C.
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Violentata e uccisa barbaramente per aver protestato contro un “tribunale del popolo” che aveva condannato suo padre per una controversia commerciale. E’ accaduto in India, paese drammaticamente salito alle cronache da oltre 3 anni per stupri e brutalità su giovani donne. Secondo il Times of India la della ragazza di 16 anni si erano persa le tracce domenica sera. La ragazza si era opposta alla decisione di alcuni capi del suo villaggio, nel West Bengala, di punire e ostracizzare la sua famiglia. Dopo la protesta, il corpo della giovane è stato trovato senza vita, accanto ai binari di una ferrovia. Tredici persone sono state denunciate per omicidio, tra cui anche il leader locale del partito Trinamul Congress, che è al potere nello Stato che ha come capoluogo Calcutta.

Secondo la ricostruzione della polizia, la ragazza, prima di essere stuprata e uccisa, sarebbe stata anche costretta a "sputare per terra e a leccare la propria saliva" per aver definito "sbagliato e illegale" il giudizio delle autorità del villaggio, convocate per trovare una soluzione ad una disputa in cui era coinvolto il padre, un contadino vicino ad un partito comunista marxista Cpi, rivale del Trinamul. L’uomo avrebbe dovuto pagare una salatissima multa, oltre che lasciare il villaggio entro un mese. In caso contrario avrebbero dato fuoco alla sua casa. Troppo per l’adolescente che si è sollevata contro i capi, provocando la loro veemente reazione che l’ha portata alla morte. Ora, però, tre delle persone denunciate sono in galera.

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