India, due artisti linciati dalla folla: “Rapiscono bambini”, ma non era vero
“C’è un bambino dentro un’auto nera”, è il breve messaggio che ha cominciato a circolare tra gli abitanti di Panjuri Kachari, un villaggio di sole 90 famiglie nello Stato di Assam, nord-est dell’India. Ed è stato sulla base di questa falsa informazione diffusa su un social network che sono stati picchiati fino alla morte Abhijeet Nath e Niloptal Das, due artisti trentenni di Guwahati, una delle città più importanti di Assam. Venerdì sera, secondo la ricostruzione della polizia, i due giovani stavano viaggiando su un Suv nero quando sono stati fermati da una folla inferocita di almeno un centinaio di persone che gli ha ordinato di scendere della macchina sospettando fossero ʽsopadhara’, dei trafficanti di minori. Pochi minuti prima, infatti, sui telefoni degli abitanti del posto si era diffusa la voce che due uomini avessero rapito un bambino e stessero fuggendo su un’auto scura.
Gli aggressori armati di bastoni di bambù hanno iniziato un brutale interrogatorio ai due ragazzi. In un presunto video del linciaggio diffuso sui social media, Niloptal supplica gli assalitori: “Non uccidermi…ti prego non picchiarmi”, implora. “Sono di Assam. Credimi, sto dicendo la verità…per favore lasciami andare”.
Come ha raccontato una donna di 55 anni testimone dell’accaduto, anche gli abitanti degli altri villaggi sono accorsi per prendere parte al brutale pestaggio. "Sembra che abbiano chiamato i loro amici nei villaggi vicini e gli abbiano detto che era stato catturato un rapitore di bambini. La gente arrivava a piedi o in bicicletta per partecipare e, secondo me, ad un certo punto erano almeno 500”. I residenti che si trovavano nelle vicinanze hanno detto che la folla ha continuato ad aggredire gli uomini anche dopo aver capito che sull'auto di Abhijeet e Niloptal non c’era alcun bambino. “Quelli che hanno cercato di fermare gli assalitori sono stati allontanati – ha detto un altro testimone – non capisco perché continuare con la violenza se non erano loro i rapitori”.
Quando la polizia è giunta sul posto dopo circa un’ora e mezza, le condizioni dei due giovani erano disperate. “Quando siamo arrivati c'era una folla di circa 250 persone e abbiamo visto due ragazzi gravemente feriti – ha dichiarato un ufficiale di polizia – erano completamente coperti di sangue e li abbiamo subito trasportati in ospedale ma sono arrivati privi di vita”. “Quello che è successo è molto triste – ha affermato la donna che ha assistito alla morte di Abhijeet e Niloptal – ma gli abitanti del villaggio erano diffidenti perché nessuno si sposta in auto da queste parti a tarda sera”. Dopo il linciaggio, la polizia ha arrestato 16 persone, tra cui anche il responsabile di aver lanciato sui social network le false informazioni sui sequestri di minori.
Secondo le autorità locali, da una settimana nella regione stavano circolando voci su presunti sequestri di bambini. “Queste informazioni girano come un passaparola su Facebook e gli altri social media”, ha detto un funzionario. Notizie inventate perché – come ha sottolineato la polizia – non c’era stato alcun rapimento di minori. L’uccisione di Abhijeet e Niloptal, quindi, è il frutto della psicosi che si è creata in India e che ha già provocato diverse vittime. “Per favore, prenditi cura dei tuoi figli. Non mandarli in giro da soli”, è uno degli ultimi testi diffusi su Whatsapp in cui si avvertiva dell'esistenza di una banda che rapiva i minori. Allo scopo di impedire altre morti innocenti, la polizia sta andando di villaggio in villaggio avvertendo la popolazione che i messaggi virali sono falsi. “Quando le voci cominciano a circolare sui social media, ci vuole del tempo per fermarle completamente”, ha detto un funzionario della polizia alla Bbc. Nell'aprile scorso, nel Tamil Nadu, uno Stato dell'India meridionale, un uomo è stato picchiato a morte da una moltitudine e una donna di 55 anni è stata linciata per aver dato dei dolci ad alcuni bambini.