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Incubo sanitario in Venezuela: bimba di 3 anni quasi morta per un ginocchio sbucciato

La drammatica vicenda della piccola Ashley in un Paese ormai al collasso, senza medicine, sale operatorie e strumentazioni mediche e dove si può morire per una semplice sbucciatura.
A cura di A. P.
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Cadere mentre si gioca e sbucciarsi un ginocchio, un incidente che capita spessissimo ai bambini e che non provoca danni seri stava costando la vita ad una piccola bimba venezuelana di 3 anni, Ashley Pacheco. Dopo la caduta in strada la piccola infatti era stata medicata dalla madre con semplice alcol denaturato e bende, ma appena due settimane dopo la piccola purtroppo si è ritrovata in un letto di ospedale alle prese con forti dolori e febbre alta in attesa di un intervento che non arrivava mai. Come racconta la Cbs, la bimba infatti aveva contratto un'infezione ma a causa della situazione economica del Venezuela, dove scarseggiano medicinali e cure mediche, la piccola ha dovuto attendere giorni prima di poter essere curata.

La piccola Ashley insieme alla madre è rimasta giorno e notte nell'unità  traumi dell'ospedale a stomaco vuoto in attesa che si liberasse una delle poche sale operatorie ancora funzionanti dell'ospedale. Prima di arrivare in ospedale però lei e i genitori hanno dovuto affrontare un altro calvario fatto di corse in tutti gli ospedali della zona sentendosi rispondere ogni volta che non c'erano letti o medici disponibili. Solo alla fine sono riusciti a trovare un posto ma con una diagnosi che ha fatto temere la sua morte. I batteri infatti avevano infettato il suo corpo arrivando fino ai polmoni.

Come se non bastasse le forniture sanitarie per curarla non c'erano così come la strumentazione  necessaria e solo grazie al sostegno di parenti e amici, che si sono messi in cerca per la città, è stato possibile reperire il materiale necessario. Per Ashley così è cominciata l'attesa infinita per l'accesso alle sole due sale operatorie ancora a disposizione e funzionanti. Ha dovuto attendere tre giorni digiuna per essere sempre pronta prima dell'operazione. Dopo l'intervento però non è stato possibile trovare antibiotici e la famiglia è stata costretta a vendere tutto e a chiedere prestiti a parenti e amici per poter comprare i medicinali al mercato nero e poter così finalmente salvare la figlia.

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