Incoronazione re Carlo III, Caprarica: “Ora la monarchia deve avvicinarsi alla gente per salvarsi”
Si è conclusa da poco la "giornata più lunga" di Carlo e Camilla, oggi incoronati ufficialmente re e regina del Regno Unito alla presenza dei cittadini inglesi, di capi di Stato da tutto il mondo e della famiglia reale. La cerimonia, seppur intrisa di tradizione come Carlo III aveva già promesso nel suo discorso dopo la morte della regina Elisabetta II, è comunque stata "snellita" nei rituali e nella durata.
"Carlo III ha sottolineato di voler servire il Paese, esattamente come Elisabetta II prima di lui, ma con la cerimonia rinnovata e questa affermazione ha voluto rinnovare la sua intenzione di essere più vicino alla gente e alle sue aspettative. Questa scelta è doverosa se vuole salvare la monarchia del XXI secolo" ha detto a Fanpage.it il giornalista, saggista ed esperto della famiglia reale Antonio Caprarica. Nel suo libro "Carlo III. Il destino della Corona", già schizzato in cima alle classifiche, lo storico inviato Rai ha voluto raccontare la figura di Carlo, dipingendo su carta il carattere del nuovo sovrano d'Inghilterra.
Durante la cerimonia di incoronazione, re Carlo III ha detto: "Sono qui per servire, non per essere servito". Seguendo l'interrogativo posto dal titolo del suo libro, crede che questa formula presa dalla tradizione segni una strada "nuova" della monarchia per cercare di ricompattare il popolo?
Non so se segni o meno una strada, ma sicuramente segnala l'intenzione di prenderla. L'idea di servizio naturalmente non è una novità, era già alla base del lungo regno di Elisabetta II che al momento dell'incoronazione dichiarò di voler servire il Paese fino alla fine dei suoi giorni.
Il fatto che Carlo abbia voluto riprendere questa volontà e sottolinearla, indica la rinnovata intenzione di essere un punto di riferimento per la gente e sicuramente di mostrarsi e apparire più vicino al destino delle persone e alle aspettative dei cittadini. Questa scelta è chiaramente doverosa se vuole "salvare" la monarchia del XXI secolo.
Crede che la monarchia sia in pericolo?
No, ma credo che dopo la morte di un monumento come Elisabetta II sia naturale che la gente si chieda se valga ancora la pena di conservare quest'istituzione. Penso che la maggior parte degli inglesi sia ancora largamente a favore, perché al suo interno sono riassunti la storia, le tradizioni e l'identità della nazione. La monarchia non può chiaramente più presentarsi nella forma imperiale che ancora incarnava Elisabetta II, deve essere sicuramente più snella e popolare.
Abbiamo visto William giurare fedeltà al padre ed Harry non lo ha affiancato, esattamente come ci si aspettava. Possiamo dire che in qualche modo la famiglia reale ha posto una certa distanza dal fratello dell'erede al trono?
No, il cerimoniale è stato modificato per fare in modo che solamente l'erede al trono pronunciasse il giuramento di fedeltà a nome di tutti i ranghi e di tutti gli strati della società inglese. In passato la cerimonia prevedeva che tutti i componenti della famiglia reale si inginocchiassero davanti al trono per pronunciare il giuramento e baciare la guancia del sovrano. Carlo ha voluto eliminare questo aspetto rituale, snellire il tutto riducendolo al giuramento del primogenito successore a nome di tutti i reali. Poi ha chiesto al popolo di pronunciare il suo voto di fedeltà.
In questo caso non c'è un collegamento con Harry, i suoi trascorsi con la Corona non avrebbero cambiato questo aspetto, William sarebbe stato comunque l'unico a giurare davanti a Carlo III.
Camilla e Carlo sono apparsi invece molto complici, forse un po' tesi. Questo loro legame può risollevare l'indice di gradimento dei cittadini per la monarchia nonostante lo scetticismo degli inglesi?
I sondaggi dicono ormai che Diana appartiene alla storia. È passata un'intera generazione, per molti giovani inglesi l'ex principessa di Galles è solo un nome. Noi continuiamo a guardare alla storia dei Windsor con gli occhiali della tragedia del secolo scorso, ma siamo ormai entrati in un tempo nuovo, in un mondo diverso. Non credo che l'ombra di Diana possa influenzare il gradimento della coppia reale.
Anche l'atteggiamento verso Camilla è cambiato, oggi risulta approvata da una buona maggioranza degli inglesi che nel frattempo l'hanno conosciuta come figura pubblica. Sono passati 18 anni dal matrimonio con Carlo, avvenuto nel 2005, e Camilla ha dimostrato di non volersi mettere in mostra o sgomitare per la fama. Resta quello che è: una lady inglese di campagna che ama la natura e che vuole restare fedele alla sua personalità, con tutti i suoi difetti.
Carlo dall'altra parte è molto preparato, sicuramente molto colto e anche di una consolidata esperienza. Per tutta la vita ha studiato per sedere sul trono. Caratterialmente si sa, è complicato, testardo e forse anche esposto alla collera, ma da questo punto di vista Camilla ha un'influenza positiva su di lui. Sembra essere l'unica capace di riportarlo con i piedi per terra.
Un identikit di Carlo che compare anche nel suo libro "Carlo III. Il destino della Corona", utile a capire cosa sarà della monarchia.
Ho cercato di fare un ritratto del nuovo re Carlo III, di mettere l'uomo sul lettino dell'analista per comprendere quali sono i nodi del suo carattere, con i punti forti e i punti deboli che saranno poi fondamentali per delineare il suo regno e il destino di quelli futuri. In questo libro emerge sicuramente il "gentiluomo di campagna nato con dei secoli di ritardo" che è Carlo.
Come persona ha dimostrato di essere molto curioso, arrivando anche a intuire la centralità per il futuro di temi come quello dell'ambiente e della crisi climatica. Mostra sicuramente una sensibilità non comune tra i suoi pari aristocratici. Credo che sia un dipinto efficace di questo sovrano che per forza di cose non regnerà comunque a lungo.
E invece le proteste degli antimonarchici possono essere considerate una "sorpresa" di questa giornata? Indicano secondo lei un cattivo stato di salute della monarchia?
No, non riesco a vedere in questi gruppi di antimonarchici un pericolo imminente per la sopravvivenza dell'istituzione nei prossimi decenni. Tutto può accadere in futuro, ovviamente, ma allo stato attuale non vedo alcuna minaccia. I repubblicani in Inghilterra sono più o meno sempre gli stessi, un 20% di persone aventi diritto di voto che non amano l'istituzione monarchica.
Nessuno ha mai provato a mettere in atto proteste del genere nei confronti di Elisabetta II perché la regina era un monumento per l'Inghilterra, nessuno poteva toccarla in quanto tale. Adesso i cittadini hanno un sovrano che non è un monumento vivente, ma un essere umano. Per questo motivo gli antimonarchici non incontrano grandi ostacoli nelle loro manifestazioni, ma in termini di consenso largo restano circa un 20% degli aventi diritto di voto.