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Incontro Obama-Putin: ipotesi raid congiunti in Siria, ma è duello su Assad

Primo vertice dopo il gelo tra i due Paesi: si cerca il dialogo ma le posizioni sono ancora distanti.
A cura di Antonio Palma
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Dopo giorni di tensione diplomatica e botta e riposta a distanza,prove disgelo tra Russia e Usa sul caso della Siria. L'occasione è stato il colloquio tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin avvenuto ieri sera a New York a margine dell'assemblea generale dell'Onu. Anche se rimangono notevoli distanze tra le pozioni, al termine dei colloqui infatti le due delegazioni si sono dette soddisfatte del dialogo, primo passo verso una intensa più ampia sulla questione siriana. Dopo lo scambio di accuse nei rispettivi interventi all'Assemblea generale delle Nazioni unite, la cosa appariva tutt'altro che scontata, ma i due leader hanno avuto un faccia a faccia a porte chiuse durato 95 minuti dove si sono detti disposti al dialogo sulla transizione politica in Siria. In particolare i due leader non hanno escluso una collaborazione militare con raid aerei congiunti in chiave anti Isis, mentre hanno escluso un intervento militare via terra.

"Il colloquio con Obama è stato sorprendentemente franco, costruttivo. Possiamo lavorare insieme", ha dichiarato infatti Putin in conferenza stampa, ribadendo però che i raid aerei in Siria ora sono illegali perché non c'è l'autorizzazione dell'Onu. Per quanto riguarda i raid aerei congiunti "ne abbiamo parlato. Ci stiamo pensando e non escludiamo nulla" ha sottolineato il presidente russo, spiegando che la Russia potrebbe parteciparvi ma "ogni azione sarà fatta solo se in linea col diritto internazionale". Putin infine ha ribadito che un suo coinvolgimento in operazioni di terra in Siria è fuori questione.

Per gli Usa gli aiuti militari inviati di recente dai russi al regime di Assad sono fonte di preoccupazione, ma tutto dipenderà dalle azioni di Mosca e dai prossimi interventi. Se l’obiettivo è impiegarli per attaccare solo l'Isis gli usa non avranno nulla da ridire, ma se le armi saranno usate per aiutare Assad contro gli oppositori sostenuti dagli Usa, le cose potrebbero complicarsi. Da quanto si apprende i due leader avrebbero anche deciso di avviare consultazioni tra i capi militari di Usa e Russia al fine di "evitare conflitti militari tra di loro nella regione". A questo punto , come confermano fonti vicine alla Casa Bianca, il nodo centrale resta quello che riguarda il destino del presidente siriano Bashar Al Assad. Su questo punto le posizioni di Barack Obama e Vladimir Putin rimangono lontanissime, con quest'ultimo che vorrebbe una transizione morbida del regime e il primo che non vuol sentirne parlare. "Pronto a collaborare con tutti, anche con la Russia e l’Iran, per cercare di arrestare la guerra civile in Siria, ma Assad che ha massacrato il suo popolo non può restare" ha messo in chiaro Obama.

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