Incidente nucleare in Repubblica Ceca, scatta l’allerta in Europa Centrale
Allarme nucleare nel cuore dell'Europa. Nelle scorse ore due dei quattro reattori della centrale di Dukovany, in Moravia meridionale (Repubblica Ceca), sono stati fermati a causa della perdita di liquido refrigerante destinato alle unità 3 e 4 della centrale ceca. Le autorità locali hanno subito rassicurato la popolazione affermando che nessun rischio per la popolazione è stato corso e che la chiusura dei due reattori è necessaria per le operazioni messa in sicurezza dell'impianto. Al momento non è chiaro per quanto tempo le due unità rimarranno chiuse, nel frattempo i reattori 1 e 2 continueranno a produrre energia elettrica per la regione. “I reattori 3 e 4 della centrale di Dukovany sono stati chiusi inaspettatamente al fine di riparare una delle tubature che trasporta il liquido refrigerante necessario a tenere sotto controllo la temperatura dei reattori – ha affermato all'agenzia di stampa ceca Czech News Agency Petr Spilka, portavoce dell'impianto –. è impossibile al momento prevedere quando i lavori di riparazione finiranno e quindi quando le due unità riprenderanno la normale attività di produzione energetica”.
La Čez, ovvero la società energetica nazionale, ha fatto sapere attraverso un comunicato ufficiale che la chiusura di parte dell'impianto di Dukovany non causerà problemi di sorta per l'erogazione di energia elettrica alla popolazione della Moravia, questo perché la rete nazionale è in grado di ridirezionare l'elettricità da altre fonti di produzione energetica. La centrale, costruita tra il 1985 e il 1987 in cooperazione tra l'allora Cecoslovacchia e l'Unione Sovietica, copre il fabbisogno di energia elettrica di un quinto del paese e, sottolineano dalla Čez, questo è il primo incidente in circa trent'anni di attività. “La situazione è sotto costante monitoraggio da parte dell'Autorità nazionale per la sicurezza nucleare (Sújb) – ha spiegato Dana Drábová, numero uno dell'Ente di sicurezza ceco –. Sarà impossibile far riprendere l'usuale operatività dell'impianto fino a quando l'intero sistema di produzione energetica non sarà perfettamente funzionante e messo a norma. Ma mi preme sottolineare che questa specifica situazione non crea o creerà alcun problema per la sicurezza dei nostri cittadini o per l'approvvigionamento energetico”.
Secondo quanto spiegato dai tecnici in servizio presso la struttura nucleare ceca, il sistema di raffreddamento ad acqua dei reattori 3 e 4 è di grande importanza per la funzionalità dell'impianto e contestualmente per la sua sicurezza, questo poiché garantisce il monitoraggio delle temperature di strumentazioni e parti coinvolte nella produzione energetica che, se senza moderazione termica, potrebbero surriscaldarsi e creare problemi alla sicurezza alla struttura e all'ambiente circostante. Per questo motivo il liquido di raffreddamento utilizzato per i due reattori attualmente spenti è stato dirottato verso quelli in funzione, al fine di garantire la massima sicurezza per la centrale.
“Le disposizioni in materia di sicurezza rendono impossibile ai reattori 3 e 4 di operare in queste condizioni e a pieno regime per un periodo superiore ai tre giorni – spiegano dalla centrale –. Poiché, data l'entità del guasto, non è possibile riparare la falla in 72 ore abbiamo deciso di disattivare completamente i due reattori e procedere così alle operazioni di riparazione necessarie alla ripresa delle attività”.
Il precedente
Secondo quanto spiegato dai vertici della centrale, inoltre, il malfunzionamento dell'impianto di raffreddamento è stato individuato lunedì scorso, durante i lavori di costruzione di due nuove torri di raffreddamento. I tecnici stanno valutando in queste ore se propri i lavori di ampliamento della centrale abbiano, in qualche modo, potuto contribuire al danneggiamento dell'impianto che produce, annualmente circa 15.68 Terawatt/ora (TWh) di energia elettrica.
Nonostante le autorità ceche siano intervenute subito e i due reattori siano, secondo le fonti ufficiali, sotto controllo perché spenti, l'incidente avvenuto nella Moravia meridionale riaccende le polemiche relative all'utilizzo dell'energia nucleare, polemiche relative soprattutto ai costi di operatività e alla sicurezza di queste strutture. Le conseguenze drammatiche del disastro di Fukushima, l'allora scarsa reattività del personale dell'impianto giapponese, i ritardi e le gravi conseguenze per la popolazione locale e l'ambiente diedero nuova linfa alle posizioni ambientaliste in tutto il pianeta, dando forza a quei paesi che hanno deciso – come la Germania –, di rinunciare a questa fonte di produzione di energia elettrica (è opportuno ricordare che gli impianti nucleari producono esclusivamente elettricità e che in molti casi questa produzione eccede, anche di molto, il fabbisogno dei singoli paesi) per altre considerate verdi o alternative al normale ciclo di produzione basato sul carbonio o sul nucleare.