50mila € di risarcimento per la figlia morta sul bus Erasmus, il padre: “Vergogna, lo rifiuto”
Si chiama Alessandro Saracino, è il padre di Serena, una delle sette ragazze italiane partecipanti al progetto Erasmus morte il 20 marzo scorso in seguito a un incidente stradale avvenuto in Spagna, e nei giorni scorsi ha appreso che i risarcimenti che verranno erogati dall'assicurazione saranno decurtati del 25% in quanto nessuna delle vittime indossava le cinture di sicurezza, prefigurando un "concorso di colpa" nella morte. La vita di Serena, così come quella delle altre vittime, varrebbe meno di 52mila euro: "Una proposta che abbiamo rifiutato sdegnati", ha detto Saracino a Repubblica. "Hanno impostato la vicenda – spiega l'uomo – come se le ragazze si fossero macchiate di chissà quale colpa. A quanto ne so, invece, le cinture le avevano, ma erano cinture addominali, non a tre punti, e quindi assolutamente inadeguate. Ma in quel Paese i risarcimenti sono irrisori: li hanno innalzati a gennaio nel 2016, ma rispetto ai nostri parametri sono ai confini del ridicolo".
I parenti delle sette vittime italiane della tragedia hanno già fatto sapere che, in ogni caso, il problema dei risarcimenti non è di natura economica, bensì nell'approccio avuto dagli inquirenti verso l'inchiesta: "Quello che bisognerebbe sottolineare – sostiene Saracino – è che quella strada non era in buone condizioni. E che le indagini stanno procedendo con lentezza. Eppure, se siamo tutti in Europa, la sicurezza dei nostri ragazzi dovrebbe essere tutelata allo stesso modo in qualsiasi Paese, in Spagna come in Italia. Mi verrebbe da concludere che l'Erasmus, così com'è oggi, sarebbe da sospendere: è troppo pericoloso".
Appresa la notizia dei ridicoli risarcimenti ai familiari delle vittime ieri anche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha espresso indignazione e rabbia: "Una assurdità insopportabile – ha dichiarato il premier – per chi ha tanto sofferto e ha perso una persona cara".