Incendio nel più grande campo profughi del mondo: 12mila persone senza un tetto sotto cui vivere
Non c'è pace per i Rohingya: un incendio di vastissime proporzioni ha infatti devastato un campo profughi, il più grande del mondo, occupato da migliaia di persone del gruppo etnico di religione musulmana nel sud del Bangladesh, lasciandone almeno 12mila senza un tetto sulla testa. Fortunatamente non sono state segnalate vittime.
L'incidente è divampato nel campo di Balukhali, nel distretto di Cox’s Bazar: almeno 2mila rifugi di fortuna sono andati a fuoco e ad alimentare le fiamme sono state centinaia di bombole di gas tenute in strutture precarie, costruite con bambù e teloni. Distrutti anche luoghi di culto, centri educativi, piccole attività commerciali. Un rappresentante della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa ha spiegato alla Bbc che sono stati segnalati danni anche a infrastrutture idriche e altri servizi di base.
Il rogo si è inoltre verificato in un momento in cui i tagli agli aiuti umanitari stanno ulteriormente complicando la vita della comunità rifugiatasi nel Paese fuggendo dalle persecuzioni nel vicino Myanmar. Le fiamme hanno bruciato per circa tre ore nel campo 11, che è gestito dall’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, e che viene considerato il più grande campo profughi al mondo. La polizia sta indagando se l’incendio sia stato un atto doloso e, secondo i media, è stato arrestato un uomo.
Non si tratta del primo episodio del genere: tra il mese di gennaio del 2021 e quello di dicembre del 2022 sono stati accertati 222 incendi nei campi rohingya, decine dei quali di origine dolosa. Tra i più gravi c’è quello di marzo 2021, con 15 morti e 50mila sfollati.
Chi sono i rohingya
I rohingya sono un gruppo etnico di religione islamica insediatosi fin dal VII secolo a Rakhine, stato birmano che confina a nord proprio con il Bangladesh. Sono considerati tra i popoli più perseguitati della storia. Il Myanmar infatti li rifiuta, privandoli di diritti fondamentali come quello di curarsi negli ospedali, frequentare le scuole e possedere dei terreni. Nel 2017 l’esercito birmano ha messo in atto un vero e proprio massacro, costringendo circa un milione di rohingya a scappare in Bangladesh. Molti hanno trovato riparo proprio nella zona di Cox’s Bazar, dove tuttora vivono in condizioni precarie.