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Incendio minaccia l’ex centrale di Chernobyl, scatta l’allerta radioattiva

Le autorità sono a lavoro per domare le fiamme che divampano nella foresta che circonda l’ex sito atomico. L’esperto Busby: la combustione mette a rischio la salute dei cittadini.
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La foresta che sorge attorno alla centrale nucleare di Černobyl' brucia. Le autorità ucraine, nel corso delle ultime ore, hanno ribadito la massima allerta per l’area colpita, nel 1986, dal disastro nucleare e che oggi ospita il sarcofago del reattore esploso. L'intera zona è minacciata dall’avanzata del fronte del fuoco.

A confermare quanto pericolosa sia la situazione, direttamente sulla sua pagina Facebook, è il ministro degli Interni di Kiev è Arsen Avakov che ha scritto: “Il quadro attuale è critico poiché la situazione è ulteriormente peggiorata. Il fuoco sta procedendo proprio in direzione dell’ex centrale nucleare. In particolare la propagazione delle fiamme attraverso le cime degli alberi e il vento forte che spira da molte ore hanno portato il fuoco a meno di 20 chilometri dalla centrale. A rischio, in questo momento, ci sono circa 400 ettari di vegetazione”.

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Anche il premier ucraino Arsenij Petrovyč Jacenjuk si è recato, nelle scorse ore, nell’area colpita dall’incendio per sincerarsi in prima persona della situazione e coordinare il lavoro della guardia nazionale ucraina, della polizia e di tutte le forze dell’ordine intervenute sul posto per domare il più grande incendio, in Ucraina, dal 1992 ad oggi. Il premier ha rassicurato la popolazione affermando che il fuoco è attualmente sotto controllo e che l’ennesimo disastro ambientale per l’area già devastata ventinove anni fa sarà evitato a tutti i costi.

Secondo l’opinione più diffusa tra gli esperti del settore ambientale il rischio più elevato, al momento, riguarda la combustione delle aree radioattive. “Alcuni dei materiali che hanno contaminato l’area sono stati incorporati negli alberi così come nei terreni e nelle acque – ha affermato al network russo Rt, Christopher Busby, controverso scienziato britannico e segretario del Comitato europeo per i rischi radioattivi –. Questo comporta che, in presenza di una prolungata combustione, si tornerebbe ad avere la sospensione nell’area di quelle stesse particelle radioattive che sono state sprigionate nel 1986. Di fatto sarebbe come una nuova esplosione, perché a causa del fuoco le persone tornerebbero a respirare le stesse particelle radioattive di ventinove anni fa”.

Al momento sono stati dispiegati sul fronte del fuoco 34 veicoli e 182 uomini e donne, nel tentativo di bloccare l'avanzata delle fiamme. Al contempo mezzi aerei, un elicottero Mi-8 e tre Antonov An-32, stanno sorvolando l'area con la funzione di individuare i roghi e provare a spegnerli attraverso getti d'acqua. Secondo quanto dichiarato dal dipartimento responsabile dell'area off-limits di Černobyl', il livello delle radiazioni sarebbe sotto controllo, mentre secondo le prime indagini l'incendio sarebbe stato causato da un mozzicone di sigaretta non spento.

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La zona limitrofa a quella del reattore atomico esploso il 26 aprile del 1986 è stata, da quel giorno, interdetta e abbandonata a causa del numero straordinariamente elevato di materiali radioattivi presenti nell'area. Il disastro, il peggiore su scala mondiale per quanto riguarda il nucleare e che è arrivato a lambire anche l'Europa occidentale per l'eccezionale potenza dell'esplosione, ha ucciso e mutilato un numero incalcolabile di persone, lasciando una terribile testimonianza della potenza estremamente distruttiva degli incidenti nucleari.

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