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Conflitto Israele-Palestina e in Medio Oriente

Incendio a Rafah, per l’Idf la causa sono “munizioni o combustibile di cui non era a conoscenza”

Secondo l’esercito israeliano sarebbero state “munizioni o qualche altra sostanza combustibile di cui non era a conoscenza” a causare “un’esplosione secondaria e un incendio” in “un complesso abitativo” a Rafah che ha causato la scorsa notte 45 morti.
A cura di Ida Artiaco
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Sarebbero state "munizioni o qualche altra sostanza combustibile di cui l'Idf non era a conoscenza" a causare "un'esplosione secondaria e un incendio" in "un complesso abitativo" a Rafah, a sud della Striscia di Gaza, che ha provocato la morte di 45 persone dopo un raid dell'esercito israeliano avvenuta nella notte tra domenica e lunedì scorsi.

Almeno, sarebbe questo quanto emerso da indagini iniziali secondo il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, che ha aggiunto che "i due piccoli missili da soli non sarebbero stati sufficienti a innescare l'incendio". Inoltre, il "complesso preso di mira si trova a più di un chilometro dalla zona umanitaria di a Mawasi", riferendosi – e smentendo – alle notizie di fonti sanitarie a Gaza che hanno parlato di un nuovo raid "sulle tende" proprio ad a Mawasi con 21 morti, tra cui 13 donne.

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Il portavoce ha poi spiegato che i due comandanti di Hamas – Yassin Rabia e Khaled Naggar – per eliminare i quali era stato effettuato il raid, erano stati "tracciati" prima dell'attacco "nel complesso del quartiere di Tel Sultan, nella parte occidentale di Rafah. Secondo l'intelligence dell'Idf – ha proseguito – l'area era stata utilizzata per attività di Hamas attraverso l'uso di lanciarazzi a poche decine di metri dal luogo in cui sono stati uccisi i due comandanti".

Hagari ha infine dichiarato che "l'attacco non aveva lo scopo di danneggiare alcun civile e prima erano stati intrapresi passi per garantire che nessuna donna o bambino si trovasse nel complesso di Hamas". Secondo la stessa fonte, "nell'attacco gli aerei da combattimento israeliani hanno utilizzato anche due piccoli missili, ciascuno con una testata da 17 chilogrammi (37 libbre), nel tentativo di prevenire eventuali vittime civili, data la vicinanza al campo per sfollati palestinesi".

Intanto, fonti locali hanno fatto sapere che una delegazione della sicurezza egiziana, in coordinamento con il Qatar e gli Stati Uniti, sta tentando di rilanciare i negoziati per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza ed il rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito, in particolare, un funzionario citato dall'emittente egiziana al-Qahera, secondo cui Il Cairo ha avvertito le parti interessate che le iniziative per rilanciare i colloqui sono state indebolite dall'offensiva israeliana a Rafah, che ha avuto "conseguenze disastrose".

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