Incendi Hawaii, si dimette capo dell’agenzia emergenze: non aveva fatto suonare le sirene d’allarme
Herman Andaya, capo dell'agenzia per l'emergenze di Maui, ha rassegnato le dimissioni dopo essere stato accusato di non aver fatto suonare le sirene d'allarme per avvertire la popolazione di Lahaina del devastante incendio che ha ucciso almeno 111 persone sull'isola delle Hawaii. Le dimissioni avranno effetto immediato e il sindaco della contea di Maui, Richard Bissen, ha dichiarato che "considerata la gravità della crisi che fronteggiamo" si sceglierà il nuovo responsabile delle emergenze il più presto possibile.
Nei giorni scorsi Andaya aveva difeso la sua decisione di non attivare il sistema delle sirene di allarme sostenendo che la popolazione, abituata ad essere allertata in caso di tsunami, avrebbe cercato di fuggire verso le aree interne, quindi in direzione dell'incendio. Alle Hawaii le sirene d’emergenza erano state installate dopo lo tsunami del 1946 che causò oltre 150 vittime, tuttavia le linee guida prevedevano che potessero essere usate anche in caso di incendi. Le dimissioni arrivano mentre continuano le operazioni di ricerca tra le macerie della cittadina distrutta dalle fiamme, con ancora centinaia di persone dichiarate disperse.
Josh Green, governatore delle Hawaii, ha detto di aver chiesto al procuratore generale dello stato di aprire un'inchiesta sulle responsabilità di quanto accaduto, difendendo comunque la decisione di Andaya di non attivare le sirene di allarme. "Sono stati commessi degli errori? Sicuramente", aveva detto in una conferenza stampa mercoledì: "La cosa più importante che possiamo fare a questo punto è imparare a metterci più al sicuro da qui in avanti".
Le ricerche dei dispersi a Maui sono iniziate lunedì ma procedono a rilento a causa dell’ampiezza delle aree distrutte dai roghi, soprattutto nella città di Lahaina, e perché nuove squadre di soccorso hanno impiegato diversi giorni ad arrivare sull’isola in aiuto al personale già attivo. Le autorità sostengono di aver controllato circa il 45 per cento della zona colpita dalle fiamme.