In Ucraina sono stati inviati mercenari russi cruenti e neo-nazisti
Diversi mercenari russi che combattono in Ucraina, incluso il gruppo Wagner sostenuto dal Cremlino, sono collegati all'estrema destra russa. Tra questi, poi, ci sarebbe un'organizzazione considerata dagli Stati Uniti come terrorista. A rivelarlo è un'indagine di Tech Against Terrorism, una piattaforma che studia il web alla ricerca di terroristi e che collabora con le Nazioni Unite.
In particolare un post Telegram avrebbe rivelato la presenza in Ucraina del Movimento Imperiale Russo (RIM), un'organizzazione paramilitare suprematista bianca che Washington considera terrorista. Sarebbe pilotata da separatisti sostenuti da Mosca a Donetsk. Gran parte dei contenuti estremisti, pubblicati su Telegram e sulla piattaforma di social media russa VKontakte (VK), poi, si riferiscono a un'unità di estrema destra all'interno del gruppo Wagner chiamata Rusich.
Secondo Adam Hadley, direttore esecutivo di Tech Against Terrorism: "Date le assurde richieste di Putin per la ‘denazificazione' dell'Ucraina , suggeriamo che dovrebbe prima sradicare i neonazisti nelle sue stesse fila prima di puntare il dito contro gli altri". Ufficialmente il gruppo Wagner non esiste. Tuttavia, diversi rapporti d'intelligence suggeriscono che centinaia dei suoi membri stanno combattendo in Ucraina. Il collettivo è stato identificato per la prima volta nel 2014, quando sosteneva i separatisti filo-russi nel conflitto nell'Ucraina orientale. A dirigerlo è Yevgeny Prigozhin, uno dei più stretti alleati di Putin.
Sempre su Telegram, poi, in Russia si starebbe cercando di reclutare una nuova brigata di mercenari per combattere. Quanto alle affiliazioni ufficiali, invece, di recente il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha annunciato che 16.000 combattenti del Medio Oriente si sono offerti volontari per unirsi all'esercito russo. Guardando tra i canali Telegram utilizzati da questi mercenari, infine, Tech Against Terrorism ne ha scoperto uno in cui si condividevano filmati e meme in cui gli stessi russi torturavano e decapitavano un prigioniero siriano.