In Ucraina c’è anche una mini guerra civile: miliziani ceceni si combattono su fronti opposti
In Ucraina c'è anche guerra nella guerra, un miniconflitto civile tra miliziani che parlano la stessa lingua e appartengono alla stessa etnia. Gruppi armati ceceni, infatti, combattono su due fronti opposti: da una parte ci sono gli uomini del presidente della Cecenia, Ramzan Kadyrov, a fianco dell'esercito russo, e dall'altra parte i ceceni che lottano contro Mosca per una vera indipendenza del loro Paese. Già dal 2014 questo conflitto nel conflitto è stato combattuto nell'Ucraina dell'Est, nei territori russofoni del Donbass, tra gruppi armati ceceni e combattenti a sostegno dei russi, che si sono sempre definiti come dobravolzi (volontari). Kadyrov nel 2014 dichiarava: "Decine e decine di volontari ceceni sono pronti a difendere la popolazione russofona del Donbas sotto la minaccia e la violenza fascista del nuovo esecutivo di Kiev”.
La miniguerra civile tra ceceni in Ucraina
La storia si sta ripetendo oggi, nel 2022, con l'invasione russa dell'Ucraina, ma questa volta l'intervento dei miliziani ceceni è ancora più esplicito. Kadyrov, infatti, ha annunciato ufficialmente l'invio di combattenti ceceni e sembra che lui stesso si trovi in Ucraina e addirittura vicino a Kiev: "Dichiaro ufficialmente che sono i combattenti ceceni che servono sulla via del Primo Presidente della Repubblica Cecena, Eroe della Russia, Akhmat-Khadzhi Kadyrov, passeranno attraverso i punti più caldi dell'Ucraina". Non si conosce di preciso il numero di soldati inviati da Kadyrov, ma si parla di un minimo di 10mila a un massimo di 70mila combattenti ceceni. "Arrendetevi, o vi finiremo", l'ultimo messaggio inviato dal presidente ceceno al governo di Kiev.
Dall'altra parte del fronte ci sono i battaglioni Sheikh Mansur e Dzhokhar Dudayev, composti da volontari ceceni, che fin dal 2014 hanno combattuto nel Donbas contro l'esercito e i separatisti russi. Adam Osmayev, il comandante del battaglione Dudayev, ha dichiarato: "Voglio dire agli ucraini che i veri ceceni, oggi, stanno difendendo l'Ucraina. Abbiamo combattuto e continueremo a combattere per l'Ucraina fino alla fine. La vittoria sarà con noi, se Dio vuole. Celebreremo la vittoria a Mosca, in Cecenia, in Crimea e a Sebastopoli. Se Dio vuole". E ancora: "La nostra libertà è violata dalla Federazione Russa e dalla criminale leadership russa. Noi abbiamo solo un nemico e questo è la Russia. In Cecenia come in Ucraina, il nemico è la Russia".
Le guerre in Cecenia
Il caso della Cecenia è uno dei problemi più importanti che la Russia ha dovuto affrontare dalla dissoluzione dell'Urss nel 1991. Ci sono state due guerre sanguinose, le principali città sono state distrutte e il 9 maggio 2004 il presidente filorusso Achmad Kadyrov è stato ucciso in un attentato. La prima guerra in Cecenia, territorio che si trova a nord della Georgia, scoppiò nel 1994 e la Russia fu praticamente sconfitta. Ai ceceni fu proposta uno status autonomo, ma non l'indipendenza, perché questa avrebbe rischiato di innescare altre spinte separatiste nel Caucaso settentrionale. Seguì una seconda guerra in Cecenia con la salita al potere di Kadyrov. La questione cecena è tutt'altro che risolta, con i combattenti per l'indipendenza cecena ancora asserragliati sulle montagne e contro la dominazione russa del Paese. La soluzione finale del problema ceceno, cioè mettere Kadyrov al potere lasciandolo governare e riempiendolo di denaro, è vista da Mosca come un grande successo ed è visto, in realtà, anche come modello per la soluzione della questione ucraina.
Chi è il presidente della Cecenia Ramzan Kadyrov
Ramzan Kadyrov è il figlio di Achmat Kadyrov. Nel 2007 Putin lo propose come presidente della Cecenia. È scortato da settemila guardie, i kadyrovcy, che già combattevano con suo padre per l’indipendenza dalla Russia, ma poi rimasti con lui quando è diventato filorusso. Si legge su Limes: "Kadyrov si vanta di aver lanciato la Cecenia sullo scenario internazionale, di averla trasformata nella più grande meta d’investimenti della Russia meridionale e di aver costruito una nazione proiettata verso la modernità, capace di traghettare verso un grande futuro tutti i musulmani di Russia".