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Terremoto in Turchia e Siria

In Turchia 8mila persone estratte vive dopo il sisma: “Si sentono ancora voci sotto le macerie”

Il presidente turco Erdogan ha fatto sapere che circa 8mila persone sono state estratte vive dalla macerie del terremoto dello scorso 6 febbraio: salvato un ragazzo di 18 anni dopo 198 ore. I soccorritori: “Si sentono ancora voci lì sotto”.
A cura di Ida Artiaco
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Sono almeno 31.974 le persone che hanno perso la vita in Turchia a causa del terremoto che ha colpito il sud est del Paese. Lo ha reso noto l'agenzia per i disastri e le emergenze Afad, come riporta Anadolu, mentre il presidente Recep Tayyip Erdogan ha precisato che almeno ottomila persone sono state estratte vive dalle macerie, aggiungendo che oltre 81mila sono rimaste ferite e dimesse dagli ospedali.

È questo il numero in continuo aggiornamento delle vittime del terribile sisma di magnitudo 7.5 che lo scorso 6 febbraio ha devastato il territorio al confine con la Siria. Il totale dei decessi tra i due Paesi ha superato quota 36mila, anche se non si ha una stima di quanti siano ancora sepolti sotto la macerie.

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Non mancano, tuttavia, le storie a lieto fine. Due persone, tra cui un ragazzo di 18 anni, sono state tratte in salvo nella provincia sud-orientale turca di Kahramanmaras dopo essere rimaste per 198 ore sotto le macerie, mentre un bambino di 5 anni, sempre a Kahramanmaras, è riuscito a sopravvivere dopo 150 ore dal sisma seppellito dai detriti della sua abitazione.

Come riporta la CNN, le squadre di soccorritori hanno raccontato di sentire ancora le voci dei sopravvissuti sommersi dalle macerie, a più di una settimana dal sisma. Per questo, continuano ancora senza sosta le operazioni di recupero.

In Siria, dopo aver annunciato la fine delle loro operazioni di ricerca e salvataggio, il gruppo "White Helmets" ieri ha dichiarato un periodo di lutto di sette giorni nelle aree controllate dai ribelli nel Nord del Paese.

Intanto, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, ha annunciato la decisione del presidente siriano Bashar Al Assad di aprire i due valichi di Bab Al Salam e Al Ràee per consentire la tempestiva consegna di aiuti umanitari.

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"Mentre il bilancio del terremoto continua a salire, fornire cibo, nutrimento, protezione, riparo, provviste invernali e altre forniture salvavita ai milioni di persone colpite è della massima urgenza", ha detto Guterres che ha sottolineato: "L'apertura di questi valichi, oltre a facilitare l'accesso umanitario, accelerare l'approvazione dei visti e facilitare i viaggi, consentirà l'ingresso di più aiuti, più velocemente".

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