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In Svezia la bandiera dell’Isis non è illegale

Secondo un tribunale svedese che ha affrontato il caso di un giovane di 23 anni mostrare una bandiera dello Stato Islamico non può essere considerato incitamento all’odio razziale.
A cura di S. P.
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In Svezia un tribunale ha dato ragione a un giovane che era stato accusato di incitamento all'odio razziale per aver mostrato una bandiera dell'Isis in una foto sul suo profilo Facebook. Secondo il tribunale, mostrare quella bandiera riconosciuta come il simbolo del Califfato non rappresenta incitamento all’odio razziale. L’uomo, un 23enne di origine siriana di Laholm, aveva postato una foto sul social network in cui lui stesso in mano aveva una bandiera dello Stato Islamico. Una immagine che il giovane aveva usato come foto del profilo e che, dopo una segnalazione alla polizia, era stata rimossa. L'uomo era stato quindi accusato del crimine di incitamento all'odio razziale, ma il procuratore svedese – spiegano i media locali – ha comunicato di aver preso la decisione di lasciar cadere le accuse.

L'uomo ha negato di essere un sostenitore dell'Isis – In particolare il procuratore ha affermato che mostrare la bandiera dell'Isis non può essere considerato odio perché non è espressione di mancanza di rispetto nei confronti di un gruppo etnico o di minoranza come ad esempio la svastica che invece potrebbe essere considerato simbolo di odio razziale. L’imputato, intanto, ha negato oggi accusa: il suo avvocato difensore ha insistito che il ventitreenne non è un sostenitore dell'Isis e ha sostenuto che quella bandiera è stato un simbolo dell'Islam per centinaia di anni prima della nascita del Califfato.

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