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In Spagna si è votato da quasi un mese e ancora non c’è un governo: cosa sta succedendo

Dal 23 luglio, i partiti in Spagna non trovano un accordo su un’eventuale maggioranza. Se non ce la faranno si tornerà alle urne. Tra pochi giorni, un primo banco di prova: l’elezione del presidente del Congresso. Qui si testerà il possibile appoggio degli indipendentisti catalani di Puidgemont all’ex presidente Sanchez.
A cura di Luca Pons
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Sono passate più di tre settimane da quando, in Spagna, le urne hanno restituito un Paese diviso. Risultati alla mano, l'avanzata di Vox che era data per certa non è avvenuta. Si è molto rafforzato il centrodestra del Partito popolare (Pp) guidato da Antonio Nunez Feijoo, ma non è bastato a garantire una maggioranza di destra, come auspicava anche il governo Meloni. Dall'altra parte, il presidente uscente Pedro Sanchez è riuscito a frenare la caduta del suo Partito socialista (Psoe). Ma non a guadagnarsi una nuova maggioranza, neanche con l'appoggio della sinistra di Sumar.

Dunque, si è creato uno stallo. A entrambe le coalizioni mancano alcuni seggi per ottenere la maggioranza in Parlamento. La prossima settimana le Camere spagnole si formeranno per la prima volta dopo il voto, e poi ci sarà il primo passaggio cruciale: l'elezione del presidente del Congresso. Come si riuscirà a convergere su un nome, con un Parlamento senza maggioranze? Qui entrano in gioco i partiti indipendentisti.

Quali sono le coalizioni che sperano di arrivare al governo: Sanchez contro Feijoo

Servono 176 seggi su 350, per avere una maggioranza e quindi poter guidare un governo. A destra Pp e Vox, con gli alleati minori di Upn (Unione del popolo navarro, con un seggio) arrivano a 170. A sinistra Psoe e Sumar fanno 153, e poi ci sono gli alleati degli scorsi anni: indipendentisti baschi, galiziani e catalani che stanno confermando il loro supporto. Così, il polo ‘progressista' arriva a 171.

Diventano determinati, così, i sette seggi controllati da un partito in particolare: gli Junts, indipendentisti catalani che fanno riferimento a Carles Puidgemont. Dando uno sguardo ai numeri, è evidente che saranno loro a decidere se si può procedere con una nuova maggioranza a sostegno di Pedro Sanchez, o se si tornerà di nuovo a votare.

Puidgemont è l'ex presidente della Catalogna che, nel 2017, dichiarò l'indipendenza della regione dopo aver indetto un referendum considerato illegale. Da anni si trova in Belgio, e i rapporti con la Spagna non si sono esattamente distesi: pochi giorni fa la Procura spagnola ha chiesto alla Corte suprema un nuovo mandato d'arresto internazionale nei suoi confronti. Tuttavia, a livello politico, chi tiene il potere in mano in questo momento è proprio Puidgemont.

Il centrodestra non molla: "Chi ha vinto le elezioni ha sempre governato"

Anche perché l'alternativa, quella di un governo del centrodestra, sembra ormai sfumata. "Siamo in piena presidenza del Consiglio dell'Ue. Quanto prima c'è un governo, meglio è per tutti", ha detto il coordinatore generale del Pp Elias Bendodo. Il Partito popolare non ha ancora concesso nulla, e sta continuando a tessere trattative: "Durante gli ultimi 45 anni chi ha vinto le elezioni ha avuto la possibilità di formare un governo", è "sempre stato così e spero continui ad essere cosi", ha detto Bendodo.

Ma se anche arrivasse l'appoggio della Coalicion canaria, che controlla un seggio, a Feijoo ne mancherebbero sempre quattro per avere la maggioranza. E per quanto il rapporto con Sanchez sia teso, si può escludere che gli indipendentisti catalani scelgano di appoggiare il Pp e, soprattutto, l'estrema destra di Vox.

Primo test parlamentare, a decidere saranno gli indipendentisti catalani

Giovedì 17 agosto, alle 10 di mattina, i deputati del Congresso si riuniranno per la prima volta e inizieranno le votazioni a scrutinio segreto per il presidente della camera. Questa sarà una prima indicazione: il vincitore riuscirà a ottenere una maggioranza assoluta dei voti? Se nessuno ce la facesse si procederà poi a un ballottaggio tra i due candidati che hanno preso più preferenze, e vincerà chi ottiene più voti a prescindere che superi la soglia di 176. Ma l'informazione più importante arriverà prima, quando i deputati di Junts decideranno chi appoggiare.

Infatti, lo stesso giovedì mattina, poco prima dell'inizio della seduta, l'esecutivo di Junts si riunirà. Finora pare che le trattative siano state guidate proprio da Puidgemont, a distanza. Oggi, il leader catalano ha chiesto "pazienza, perseveranza e prospettiva" e ha invitato i suoi alla discrezione: "Cresce il nervosismo, l'asta sale e le speculazioni crescono", ha commentato. Giovedì sarà più chiaro se Sanchez abbia una possibilità di tornare al governo – probabilmente con importanti concessioni agli Junts in cambio del loro appoggio – o se la Spagna si dirigerà verso nuove elezioni.

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