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In Spagna le minorenni sopra i 16 anni possono abortire anche senza il consenso dei genitori

La Corte costituzionale ha respinto un ricorso di Vox contro la riforma sull’aborto: dai 16 anni in su le ragazze non avranno bisogno del consenso dei genitori per abortire, i centri di riferimento per le Ivg saranno gli ospedali pubblici, e nascerà un registro degli obiettori di coscienza.
A cura di Luca Pons
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In Spagna le ragazze dai 16 anni in su possono accedere all'interruzione di gravidanza anche senza il consenso dei genitori. Lo ha confermato la Corte costituzionale spagnola, respingendo ieri un ricorso presentato dal partito di estrema destra Vox contro la riforma della legge sull'aborto. La stesso risultato era arrivato un anno fa in un'altra sentenza sull'aborto, ribadendo l'impostazione della legge sull'Ivg varata già nel 2010 dal governo socialista di José Luis Rodriguez Zapatero. Nel 2015, invece, l'obbligo di consenso dei genitori era stato reintrodotto dal governo di centrodestra di Mariano Rajoy.

Niente consenso e 16enni e 17enni, e i centri di riferimento per effettuare le interruzioni di gravidanza saranno gli ospedali pubblici – mentre negli ultimi anni la maggior parte degli aborti nel Paese è avvenuta in centri privati. In più, nascerà un registro degli obiettori di coscienza per il personale sanitario. E non sarà obbligatorio informare le donne sugli aiuti e i sostegni alla maternità disponibili, né aspettare per un periodo di ‘riflessione', che era fissato in tre giorni. Questi sono i capisaldi della riforma.

Il ricorso presentato da Vox è stato respinto con sette voti contrari nella sessione plenaria della Corte. Solo quattro i giudici conservatori favorevoli al ricorso: gli stessi che si opposero alla legge del governo Zapatero nel 2010. Il partito di estrema destra sosteneva che la norma potesse violare principi costituzionali come il diritto alla vita, quello alla libertà ideologica e quello all'uguaglianza, ma anche quelli di libertà, pluralità e legalità. In Parlamento, Vox aveva anche sostenuto che si dovesse tenere in considerazione anche la volontà del "padre" e non solo quella della donna incinta, dato che la nuova riforma, così come quella del 2010, non dava abbastanza spazio alla figura dell'uomo "nella decisione che possa provocare la morte del suo bambino non ancora nato".

Come detto, è la seconda sentenza in materia di aborto. Quella dell'anno scorso aveva risposto ai dubbi sollevati dal partito conservatore Pp sulla riforma del 2010. Negli anni successivi, il principale intervento del governo Rajoy – che pure aveva proposto riforme ben più restrittive sul diritto all'aborto, non riuscendo però a farle passare – era stata l'introduzione del consenso obbligatorio dei genitori per le minorenni sopra i 16 anni.

Negli ultimi anni la maggioranza socialista che sostiene il governo di Pedro Sanchez è intervenuto in più occasioni sulla legge sull'aborto. Pochi mesi fa, la ministra per l'Uguaglianza Ana Redondo aveva criticato le posizioni dell'esecutivo italiano di Giorgia Meloni, arrivando allo scontro diplomatico.

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