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In Spagna il governo sta mettendo nuove tasse a banche, patrimoni e compagnie energetiche

Insieme alla legge di bilancio, il Congresso spagnolo ha approvato anche una tassa straordinaria sui profitti di aziende energetiche e banche, oltre a una patrimoniale per chi ha più di 3 milioni di euro. La destra si è opposta, ma ora la legge deve passare solo più al Senato, dove il governo ha una maggioranza solida.
A cura di Luca Pons
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Giovedì scorso, il parlamento spagnolo ha approvato la legge di bilancio per il 2023. Si tratta dell'ultima legge di bilancio per il governo di Pedro Sanchez: nel 2024, entro il 10 dicembre, la legislatura si chiuderà e si tornerà al voto. Nella stessa sessione in cui è stata approvata la legge di bilancio, la maggioranza ha dato il via anche a una legge contenente altre tre misure economiche importanti: una tassa straordinaria su banche e compagnie energetiche, e una tassa di solidarietà sui grandi patrimoni, entrambe in vigore dal 1° gennaio.

Entrambe dovranno essere ancora votate dal Senato, ma qui la maggioranza del governo è solida e non dovrebbero esserci problemi. Al Congresso dei deputati (più o meno corrispondente alla Camera in Italia), la legge di bilancio ha avuto 187 voti a favore – dal Partito socialista di Sanchez, da Unidas Podemos, ma anche da Esquerra republicana catalana, partito di sinistra della Catalogna – e 156 contro, principalmente dall'opposizione di destra. Simili i numeri sulle due nuove proposte di tasse: 186 favorevoli, 152 contrari e 10 astenuti.

Come funzionerà la tassa su banche e aziende energetiche

Il governo spagnolo ha sempre specificato, come previsto anche nel testo delle misure, che queste imposte saranno in vigore nel 2023 e 2024 come provvedimenti straordinari ed eccezionali. Nella legge, però, è previsto che, quando finirà il periodo di validità delle nuove tasse, si farà uno studio per stabilire se sia possibile renderle permanenti.

Come detto, quindi, le tasse verranno riscosse nel 2023 e nel 2024 e saranno riferite, rispettivamente, ai profitti del 2022 e del 2023. Nelle stime iniziali il governo si aspettava di riscuotere circa 3,5 miliardi di euro da banche e aziende energetiche, ma ha dovuto abbassare le stime quando, con un emendamento del Partito nazionalista basco (Pnv), sono state escluse dalla tassazione ‘extra' le attività svolte al di fuori del Paese e quelle che riguardano il mercato nazionale regolamentato. Le previsioni di incasso, così, sono scese di circa 400 milioni di euro.

Per le banche – tassate di più perché avranno maggiori entrate a causa della decisione della Banca centrale europea di alzare i tassi di interesse, ha spiegato il governo spagnolo – la tassa sarà del 4,8% sul margine finanziario. Per le imprese energetiche, invece, l'imposta non sarà sull'extraprofitto come in Italia: sarà una tassa dell'1,2% sul fatturato netto, per le aziende che hanno più di un miliardo di euro di entrate annuali.

Patrimoniale per chi ha più di 3 milioni di euro

La tassa sui patrimoni che il governo spagnolo ha previsto sarà divisa il tre aliquote: dell'1,7% sui patrimoni tra i 3 e i 5 milioni di euro, del 2,1% per chi ha tra i 5 e 10 milioni, e infine un'imposta del 3,5% per chi supera i 10 milioni di euro. Anche in questo caso, si riscuoterà nel 2023 sul patrimonio registrato nel 2022 e nel 2024 su quello del 2023.

Il ministero delle Finanze ha stimato incassi fino a 10 miliardi di euro con questa misura, che è diretta a redistribuire gli effetti economici della crisi energetica in corso. Su questo punto Ruben Manso, deputato di Vox – partito vicino alla presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni – ha dichiarato in Aula che "ridistribuendo la ricchezza non si vive meglio, si diminuisce solo l'invidia", con conseguenti applausi dai banchi del suo partito.

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