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Guerra in Ucraina

In Russia la guerra s’insegna a scuola: una nuova materia per imparare a difendere la Patria con armi e droni

Un’ora alla settimana a scuola in Russia dedicata all’uso delle armi, kalashnikov e droni killer. Nel libro di testo, inviti diretti ad arruolarsi. Lo studioso Ian Garner a Fanpage.it: “Putin educa alla violenza, considerata ‘rigeneratrice’, come nel fascismo”.
A cura di Riccardo Amati
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I ragazzi russi dai 13 ai 17 anni, tornando a scuola dalle vacanze, hanno trovato una nuova materia: “Difesa della madrepatria”. Il Paese di Vladimir Putin investe da tempo nella militarizzazione dei bambini e dei giovani. L’impegno è aumentato dopo l’invasione dell’Ucraina. Era però su basi volontaristiche. Ora, l’educazione militare in classe istituzionalizza lo sdoganamento della violenza. Una novità che aiuta a capire in quale direzione stia andando la Russia.

Il mito dell’accerchiamento

“Secondo la narrativa del Cremlino, la Russia ha sempre dovuto e sempre dovrà combattere” dice a Fanpage.it Ian Garner, docente al Centro per gli studi sul totalitarismo dell’Istituto Pilecki di Varsavia. “Il regime sdogana la violenza perché i cittadini devono andare in guerra, e per far la guerra devono essere violenti”. Garner, storico della cultura russa, è l’autore di Z Generation: Into the Heart of Russia’s Fascist Youth (London, 2023), tradotto in italiano con il titolo Figli di Putin (Milano, 2024).

Ian Garner.
Ian Garner.

L'ora settimanale introdotta per le classi dall'ottavo all'undicesimo grado in Russia e nei territori occupati in Ucraina si chiama "Principi di base per la sicurezza e la difesa della patria" abbreviata in Obzr. Secondo i giornali moscoviti, il programma prevede argomenti come: "Azione in caso di minaccia militare; Primo soccorso sanitario in battaglia; Regole militari; Armi da fuoco; Armi di distruzione di massa; Costruzione e utilizzo di droni; Servizio di leva; Servizio militare a contratto”. E altro ancora. Lo studio dei droni include anche quelli letali.

Pallottole al posto di Harry Potter

Ai più grandicelli si insegnerà a sparare col Kalashnikov. Con proiettili veri. Per insegnare la disciplina saranno chiamati dal fronte militari operativi nell’Operazione militare speciale, ovvero nella guerra della Russia in Ucraina.

Foto dell'ufficio del Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino.
Foto dell'ufficio del Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino.

C’è una variazione pure nel programma scolastico per i bambini della sesta, che hanno dai dieci agli undici anni: niente più lettura di Harry Potter. Evidentemente il maghetto inglese è stato considerato troppo decadente ed estraneo ai valori tradizionali sui quali devono formarsi gli scolari di Putin.

“Anche la propagazione dei valori tradizionali russi ha qualcosa di violento e bellicoso”, sostiene Garner. “Negli ultimi 12 anni lo Stato ha puntato a creare una società fondata su una divisione molto chiara tra ‘noi’ e ‘loro’. Tutto ciò che è russo deve esser visto come costantemente minacciato da forze esterne”. Nei tempi andati erano gli svedesi o i polacchi. E anche oggi, visto che Svezia e Polonia sono nella Nato. Ma la minaccia ora viene da tutto l’”Occidente collettivo”, malvagio e nelle mani di Washington, ritiene il Cremlino.

Realtà parallele

È la riscrittura della Storia. Ha come supervisore l’ex ministro della Cultura Vladimir Medinsky, che cura personalmente i libri di testo delle scuole. La Russia versione Medinsky ha combattuto e sconfitto i suoi nemici fin dai tempi di Rurik, il leggendario fondatore della dinastia che governò su Novgorod, su Kiev e poi sulla Moscovia. E via con un’infinita serie di guerre e di vittorie.  Passando da quella su Napoleone per arrivare al trionfo contro l’invasore nazista.

Il libro per la nuova materia scolastica ha come titolo “L’esercito della Russia a difesa della patria”. Oltre a glorificare gli “eroici risultati raggiunti dai soldati russi”, elogiare il genio di Stalin e celebrare la Grande guerra patriottica 1941-1945, il manuale “di difesa”, parla a lungo dell’Operazione militare speciale in Ucraina. Ovvero dell’aggressione russa contro uno Stato indipendente.

Pubblicità progresso

Infatti il volume, nel ricostruire gli eventi a partire dal presunto "colpo di Stato" del 2014 a Kyiv, spiega che nel febbraio 2022 l'Ucraina, già privata della Crimea, “finalmente riunificata con la madrepatria", aveva concentrato centinaia di migliaia di soldati al confine e, su ordine della Nato, stava per invadere la Russia. Si cita il presidente: "Non è stata la Russia a iniziare la guerra, si è solo difesa”.

L'abbecedario dei futuri soldati di Putin include un esplicito invito all’arruolamento. Con la descrizione dei vantaggi economici e dei benefit, come l'assistenza medica gratuita e l'assicurazione sulla vita. Una specie di “pubblicità progresso”. L’inserzionista è lo Stato. C’è anche la lista dei documenti necessari e il link per il modulo di domanda, con l’indirizzo del distretto militare più vicino a cui consegnarla.

Dopo “Nashi”, i club militari

Il lavoro ideologico del regime sui giovani russi è iniziato nel 2005 con l'iniziativa Nashi, un'organizzazione politica creata da Vladyslav Surkov, allora eminenza grigia del Cremlino, in risposta alla "Rivoluzione arancione" in Ucraina. Putin, temendo una "rivoluzione colorata" a Mosca, scatenò la repressione dell'opposizione dopo le grandi proteste del 2011-2012, facendo perdere interesse per Nashi.

Tra il 2015 e il 2016, l'idea di Surkov è stata rilanciata in chiave militare con la creazione di YunArmya, un’organizzazione per bambini e ragazzi dai 10 anni in su promossa dal ministero della Difesa. Oggi, secondo il think tank Ukraine Crisis Media Center, conta 500mila membri e partecipa sia al reclutamento che a operazioni militari. Durante i primi mesi di guerra, gruppi di giovani di YunArmya in divisa kaki e basco rosso erano dappertutto, nei parchi e tra i monumenti di una Mosca piena di mostre e iniziative patriottiche. E dove qualche coraggioso ancora protestava per la pace.

Dai valori tradizionali al mitra

Simili organizzazioni volontarie di teenager sono state create in tutta la Russia, dopo l’invasione dell’Ucraina. I club militari-patriottici nelle scuole e nei licei erano 10mila nel 2023, secondo il ministro della Pubblica istruzione Sergei Kravtsov. Si insegnava già come scavare trincee e lanciare bombe a mano. Nei campi estivi si mimavano battaglie. Ma non era ancora materia scolastica.

Esisteva un’ora settimanale dedicata a qualcosa di simile all’Educazione civica prevista oggi dal sistema scolastico italiano. Di certo si insegnava roba tipo “li sentimento di appartenenza alla comunità nazionale definita patria” per usare parole delle linee guida firmate Valditara e bocciate dal Cspi. Intendiamoci: anche in altri Paesi d’Europa ci sono lezioni su valori intrisi di ideali di destra. E negli Usa spesso a scuola la mattina inizia con il giuramento di fedeltà alla bandiera. Il problema è che in Russia si è passati dall’insegnamento dei valori all’uso dei fucili mitragliatori.

Missione compiuta

“Il danno è fatto”, sottolinea Ian Garner. Anche se ci sono ancori tanti giovani contrari al regime. Lo si è visto ai funerali di Alexei Navalny o alle proteste alle urne nel marzo scorso. Ma in realtà, la maggior parte dei ragazzi russi è indifferente, disinteressata alla politica. E si dice fiera del proprio Paese e del suo regime. Nell’82 per cento dei casi, secondo un’indagine statistica del Chicago Council of Global Affairs.

Nei Paesi autoritari i sondaggi valgono quel che valgono. Prevale il conformismo. Si risponde quel che il regime vorrebbe sentire. Ma sono comunque milioni i ragazzi russi pronti a entrare nelle forze armate e nella pubblica amministrazione, magari solo per raggiungere posizioni privilegiate. E questo “aiuterà il perpetuarsi del putinismo ben oltre Putin”, sostiene l’accademico. Perché, quello russo è ancora un totalitarismo ibrido. Non necessita di una mobilitazione totale, né di partecipazione sincera. Gli basta l’obbedienza.

Un moderno medioevo

Poche settimane fa, un uomo di 87 anni è stato aggredito dai passeggeri di un’autobus a Mosca. Motivo: davanti al memorial dedicato ai mercenari della Wagner ha implicitamente protestato. Ha osato dire ad alta voce che durante il Grande terrore staliniano, nel 1938, la sua famiglia fu sterminata. È solo un episodio, documentato dalla Ong Ovd-Info. Ma è un brutto segnale. Soprattuto mentre in tivù imperversano “eroiche” immagini di gente che uccide o viene uccisa in prima linea e i crimini aumentano.

"Il livello di violenza nella società sta aumentando, perché il governo normalizza la violenza," dice Fanpage.it Svetlana Stephenson, sociologa e criminologa, specializzata nelle dinamiche sociali e delinquenziali del suo Paese di origine e docente alla London Metropolitan University.

Svetlana Stephenson.
Svetlana Stephenson.

Il tasso di criminalità, sceso quando centinaia di migliaia di uomini sono partiti per il fronte, sta ora impennandosi a causa dei veterani che ritornano. E che in un solo mese hanno ammazzato o ferito seriamente oltre 200 persone.

Stephenson considera la cartina di tornasole un fatto del marzo scorso. Quando i terroristi accusati della strage del Crocus a Mosca sono stati torturati e poi mostrati in tivù. A uno di loro è stato tagliato e fatto mangiare un orecchio. L’agente responsabile ha filmato tutto e postato il video.

"La pubblica tortura è tornata. Coincide con una celebrazione carnevalesca della violenza da parte dei rappresentanti dello Stato," osserva la sociologa. Non sono certo solo i russi a praticare la tortura; basti pensare agli abusi dei prigionieri iracheni da parte di soldati americani nel carcere di Abu Ghraib. Tuttavia, "l'attuazione e l'esibizione compiaciuta e pubblicamente condonata della tortura da parte di un governo rappresenta una forma medievale di punizione, che gli Stati moderni hanno da tempo abolito".

“Violenza rigeneratrice”

La Russia guerriera voluta da Putin non sta però tornando al Medioevo. "Tutt'altro, il regime usa una propaganda ipermoderna per abituare i russi alla violenza e alla guerra", afferma Ian Garner. "Utilizza la televisione e tutti i social, moltiplicando l'effetto coinvolgente con la ripetizione e con le immagini forti. C'è anche un aspetto morboso, che viene abilmente sfruttato”.

Per Garner, "la Russia di oggi è fascista”. Assimila gli aspetti rivoluzionari del fascismo mussoliniano: “Combattendo e morendo, i russi non solo si salvano dai nemici, ma si rigenerano”, nota lo studioso. Un modo per rimettere in moto la Storia in un Paese governato da vecchi. Non può non venire in mente la fascinazione di Mussolini e Lenin per la teoria della violenza di Georges Sorel.

"Ma quello di Putin è un fascismo moderno, che corre su internet. È un regime capace di creare e ricreare online la società, reinventando costantemente la realtà grazie a tecnologie che cancellano e generano ciò che si vuole, in un attimo. È un regime postmoderno, fluido."

Lo zar liquido

Vladimir Putin, lo zar liquido? “È proprio il modo in cui il leader del Cremlino concepisce il governo della Russia”, conferma Garner. “E così che lo Stato concepisce sé stesso. Anche per questo il sistema potrebbe durare molto più a lungo di Putin.

Lo studioso dei totalitarismi ritiene che il sistema attuale, fondato sulla creazione di una realtà parallela — come tutti i totalitarismi ibridi o compiuti che siano — abbia il vantaggio di poter adattare rapidamente la sua ideologia alle circostanze contingenti.

Ora che i ragazzi nati durante o dopo le grandi proteste contro Putin e la successiva repressione sono in età da militare, per il regime tutto procede senza intoppi. Chi ha 18 anni oggi in Russia non ricorda il cambiamento radicale vissuto dalla generazione precedente, passata dal sistema "nazionalista ma tutto sommato morbido e carino degli anni 2000", come lo definisce Ian Garner, a una realtà guerrafondaia che esalta le forze armate e la violenza.

"Difficilmente i diciottenni di oggi considereranno o apprezzeranno una visione diversa del mondo. È un errore dell'Occidente presumere che i giovani russi passino le giornate a informarsi, grazie a un Vpn, sui siti di giornali indipendenti o stranieri. La maggior parte dei ragazzi in età di leva in Russia non cerca alcuna notizia indipendente."

La realtà proposta dal regime è l'unica che conoscono. Non che siano convinti putinisti, vogliono solo vivere. E nella loro vita, la guerra è diventata una cosa normale. Ma nelle guerre si muore. E non c'è proprio niente di normale.

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