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In Portogallo l’eutanasia è diventata legale

L’eutanasia è diventata legge in Portogallo dove il Parlamento ha approvato a larga maggioranza quella che si chiamerà “Legge per la morte medicalmente assistita”. Sarà il quinto Paese in Europa dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo e Svizzera a rendere legale l’eutanasia. Ora la parola definitiva passa al presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa.
A cura di Chiara Ammendola
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L'eutanasia in Portogallo diventa legale. Quest'oggi infatti l'Assemblea della Repubblica ha approvato con 136 a favore, 78 contro e 4 astensioni la cosiddetta "Legge per la morte medicalmente assistita". Di fatto il Portogallo è il quinto paese in Europa, dopo Olanda, Belgio, Lussemburgo e Svizzera e il nono al mondo con Colombia, Canada, Uruguay e cinque Stati degli Usa a rendere legale l'eutanasia.

A favore i socialisti del Ps, il Bloco de Esquerda, Iniziativa liberale, i partiti ecologista e animalista, e 14 deputati del conservatore Psd, che come il Ps aveva lasciato libertà di coscienza. Contrari, parte del Psd, i democristiani del Cds, il deputato dell’estrema destra Chega e i comunisti del Pcp. Ora il presidente della Repubblica, Marcelo Rebelo de Sousa, che finora non ha preso posizione sul tema, deciderà se promulgarla, rinviarla alla Corte costituzionale oppure opporre il veto. In quest'ultimo caso si dovrebbe scontrare comunque con una seconda votazione del parlamento. "Si tratta di provocare attivamente la morte di una persona – il commento di José Maria Seabra Duque, portavoce della Federazione cattolica –  il ruolo dello Stato è averne cura, non ucciderla".

Il disegno di legge stabilisce che "l’eutanasia non punibile, con l’anticipazione della morte per decisione della propria persona", maggiore di 18 anni e residente nel Paese, che si trovi "in situazione di sofferenza estrema, con lesioni irreversibili, di estrema gravità" o che sia "colpita da una malattia incurabile e fatale".  Sarà lui stesso a manifestare questo desiderio "consapevolmente e espressamente, dimostrando una volontà attuale, libera, seria e illuminata". Dovrà essere lucido, in grado di intendere e di volere, "capace di comprendere appieno il significato e la portata della richiesta".

Ogni rifiuto deve essere comprovato e comunicato al paziente "non meno di 24 ore prima dell'intervento". Il provvedimento chiarisce inoltre che l’eutanasia "potrà avvenire in strutture sanitarie del Servizio sanitario nazionale o in strutture private e sociali debitamente autorizzate" e dietro la supervisione di almeno due medici: un medico che segua la persona nella sua scelta e uno specialista, ed eventualmente uno psichiatra, qualora ci fossero "dubbi sulla capacità della persona di esprimere la propria volontà in maniera libera e lucida".

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