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In Portogallo dopo le elezioni c’è uno stallo: calano i socialisti, boom dell’estrema destra di Chega

Alle elezioni in Portogallo i socialisti e il centrodestra di Alleanza democratica hanno sostanzialmente pareggiato, ma i primi hanno riconosciuto la sconfitta e i secondi hanno già chiesto di guidare il governo. Il risultato più eclatante, però, è quello del partito di estrema destra Chega, con il 18% dei voti. Formare un governo stabile sarà quasi impossibile.
A cura di Luca Pons
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Da sinistra: il leader socialista Pedro Nuno Santos, quello di centrodestra Luis Montenegro, e quello di Chega André Ventura
Da sinistra: il leader socialista Pedro Nuno Santos, quello di centrodestra Luis Montenegro, e quello di Chega André Ventura

Le elezioni politiche che si sono svolte domenica in Portogallo creano una situazione politica bloccata: due forze opposte – i socialisti e l'Alleanza democratica di centrodestra – hanno quasi lo stesso numero di seggi, non abbastanza per governare, mentre il partito di estrema destra Chega ("Basta") ha preso quasi un quinto dei voti, quadruplicato il suo numero di parlamentari rispetto a due anni fa, e sarà un ostacolo alla formazione di qualunque maggioranza.

La situazione è particolarmente difficile per il Partito socialista, che nel 2022 aveva vinto in modo netto. A pesare ancora di più è il fatto che queste elezioni sono arrivate in anticipo, convocate proprio dall'ex primo ministro socialista Antonio Costa. Costa aveva dato le dimissioni a seguito di uno scandalo giudiziario in cui anche il suo nome era risultato tra gli indagati. Solo pochi giorni dopo era emerso che si trattava di un errore dei magistrati, e il leader socialista non era coinvolto nel caso. Troppo tardi, però, per tornare indietro ed evitare le elezioni.

In ogni caso, il verdetto degli elettori ha portato a un forte calo dei socialisti, che con il 28,66% dei voti restano comunque tecnicamente il primo partito. Il risultato non è ancora certo, perché l'Alleanza democratica è al 28,63%, con un seggio in meno in Parlamento (77 a 76), ma mancano ancora in voti dall'estero: questi dovranno assegnare quattro seggi, e quindi decideranno chi è la prima forza politica del Paese. Nella notte, il leader socialista Pedro Nuno Santos ha riconosciuto la sconfitta, mentre quello di Alleanza democratica, Luis Montenegro, ha parlato come se avesse già l'incarico di formare un governo. Questo avrà importanza solo fino a un certo punto, però. Infatti, né i socialisti né il centrodestra hanno i numeri per arrivare alla maggioranza di 116 seggi, anche unendosi ai loro tradizionali alleati.

Il motivo è soprattutto l'exploit del partito di estrema destra Chega. Nel 2022, la formazione guidata da André Ventura era arrivata al 7% e ottenuto 12 seggi. Ieri invece ha preso il 18% dei voti, che si trasformeranno in 48 seggi. Questo la rende la terza forza politica del Paese, e scombina tutti i possibili piani per la formazione di un governo. Anche il leader del centrodestra, Montenegro, ha detto di non essere disposto ad allearsi con Chega per guidare il Paese. C'è da vedere se questa promessa resterà valida anche nelle prossime settimane.

Per Chega il boom di consensi potrebbe portare anche a un risultato migliore del previsto alle prossime elezioni europee di giugno. Oggi, il partito portoghese fa parte del gruppo Identità e democrazia, lo stesso in cui si trovano la Lega, il Rassemblement national di Marine Le Pen e i tedeschi di AfD. In Portogallo ora si cercherà una soluzione per creare una maggioranza con gli attuali rapporti di forza, ma sembra probabile che si tratterà comunque di un governo poco stabile. Se le europee confermassero il rafforzamento dell'estrema destra, per il centrodestra potrebbe essere difficile continuare di dire di no a un'alleanza.

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