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In Nuova Zelanda è già 2024: i primi a festeggiare il Capodanno sono stati gli abitanti di Kiritimati

In Nuova Zelanda è già 2024. I primissimi a festeggiare l’anno nuovo sono stati gli abitanti dell’atollo di Kiritimati, mentre Auckland è stata la prima grande città a dare il via agli spettacoli di Capodanno. Boom di consumi di spumante italiano per brindare alla mezzanotte.
A cura di Ida Artiaco
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In Oceania è già arrivato il 2024. Auckland è stata la prima grande città a dare il benvenuto al nuovo anno con uno spettacolo di fuochi d'artificio sopra il suo edificio più alto, la Sky Tower, ma i primissimi a festeggiare il Capodanno sono stati gli abitanti di Kiritimati, atollo nell'arcipelago di Kiribati, in Oceania.

L’isola, dove vivono circa 7mila persona, è il primo posto abitato al mondo in cui avviene ogni giorno il cambio di data ed è nota per numerosi test atomici condotti da Regno Unito e Stati Uniti. Alle 11 ora italiana è iniziato il 2024 per l'atollo che fa parte di un gruppo di isole che ha ben tre fusi orari.

Quando in Italia erano le 12, il 2023 si è concluso in Nuova Zelanda, poi alle 14 toccherà alla costa orientale dell'Australia. Alle 16 italiane via ai festeggiamenti in Giappone e Corea del Sud. India e Sri Lanka celebreranno l'inizio del nuovo anno alle 19,30. Brasile e Argentina brinderanno dopo l'Italia, alle 4 del mattino, mentre la costa orientale degli Stati Uniti festeggerà alle 6 di domani. Ultima a dire addio al 2023 saranno le Baker Island, nell'Oceano Pacifico centrale.

Tante le tradizioni che si rincorreranno per celebrare il 2024, ma, secondo la Coldiretti, ci sarà un'unica certezza: con lo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre salgono a 936 milioni le bottiglie di spumante italiano stappate nel mondo nel 2023, più del triplo di quelle di champagne che scendono ad appena 300 milioni.

Secondo gli esperti, a fine anno sarà raggiunto per la prima volta un valore dell'esportazioni di spumante all'estero di più di 2,2 miliardi (+3%), sulla base di una proiezione su dati Istat. Vengono stappati all'estero – sottolinea la Coldiretti – oltre i due terzi del consumo totale per un totale di 650 milioni di bottiglie, con i brindisi Made in Italy che dominano nettamente a livello internazionale davanti allo champagne francese, che però riesce ancora a spuntare prezzi nettamente superiori.

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