In Iran verrà bloccato il conto in banca alle donne che non indossano il velo
Conto bancario bloccato per le donne che non indossano il velo. È questo quello che potrebbe succedere in Iran, secondo quanto dichiarato da Hossein Jalali, membro della commissione Cultura del parlamento iraniano.
Citato dal quotidiano riformista Shargh, Jalali ha precisato che "dopo tre avvertimenti il conto bancario della persona che viene sorpresa senza l'hijab potrebbe essere bloccato".
L'uso del velo in pubblico è obbligatorio nella Repubblica islamica fin dalla sua fondazione nel 1979. Secondo la legge iraniana, tutte le donne al di sopra dell’età della pubertà devono indossare un copricapo e abiti larghi in pubblico.
In merito all'annuncio fatto lo scorso 3 dicembre dal procuratore generale iraniano, Mohammad Jafar Montazeri, sullo scioglimento della polizia morale, che ha tra i suoi compiti anche quello di controllare l'uso del velo da parte delle donne, Jalali ha dichiarato: "Non dovrebbe assolutamente esserci una pattuglia di orientamento".
Piuttosto, dovrebbe cambiare approccio: "È possibile avvisare le persone senza hijab tramite messaggi di testo (sul cellulare). Dopo l'avvertimento, si va nella situazione di controllo, e nella terza fase, il conto bancario della persona senza velo può essere bloccato".
Sempre Jalali ha ieri definito il velo "la nostra bandiera. Il crollo dell'Hijab è il crollo della bandiera della Repubblica islamica".
"Quando le rivolte aumentano, teppisti e folle aumentano, scendono per le strade e aumentano i casi di donne senza velo. Quando tutto ciò finirà termineranno anche questi comportamenti", ha dichiarato ancora il deputato, facendo riferimento alle proteste in corso da metà settembre nel Paese a seguito della morte della 22enne curda, Mahsa Amini, deceduta proprio dopo il suo arresto da parte della famigerata polizia morale iraniana per non aver indossato il velo in modo corretto.
Intanto, proprio a proposito delle proteste, da domenica è in corso uno sciopero generale in Iran con gli studenti che stanno boicottando le lezioni, i bazar chiusi, i camion fermi e impianti metallurgici e petrolchimici fermi in oltre 50 città. La giornata più è attesa è domani, mercoledì 7 dicembre, quando è in programma l'arrivo del presidente Raisi a Teheran, dove terrà un discorso in occasione della Giornata dello Studente.