In Iran stanno arrestando gli studenti nelle scuole per reprimere le proteste per Mahsa Amini
In Iran le forze di sicurezza stanno arrestando gli studenti all'interno delle classi per evitare che partecipino alle proteste. I furgoni militari sono arrivati davanti ad alcuni istituti scolastici per portare via dei ragazzini. Nella giornata di domenica, le autorità hanno chiuso tutte le scuole superiori nel Kurdistan iraniano per cercare di domare le proteste per la morte di Mahsa Amini, in corso da ormai un mese.
Sono dozzine le manifestazioni riprese in tutto l'Iran: in piazza sono scese centinaia di ragazze delle scuole superiori e di studenti universitari. I giovani hanno manifestato nonostante le repressioni violente delle forze dell'ordine.
Nella giornata di sabato, la Tv iraniana è stata hackerata da alcuni civili che hanno mandato in onda immagini e messaggi a sostegno delle rivolte. I servizi giornalistici sull'incontro di Ali Khamenei con i funzionari statali sono stati sostituiti dai video dei civili uccisi durante le proteste.
Con il passare delle settimane, il governo sta facendo sempre più fatica a controllare il malcontento popolare. Lo Stato sostiene che i media occidentali stiano fornendo "un'immagine falsa di quanto sta avvenendo nel Paese" e delle azioni di polizia nei confronti dei manifestanti.
Il gruppo iraniano per i diritti umani Hengaw sostiene però che nella sola giornata di sabato siano state uccise 185 persone, inclusi 19 bambini.
I social continuano a mostrare folle numerose nelle piazze di tutto il Paese. Le manifestazioni sono spesso spontanee e portate avanti principalmente dai giovani.
Le immagini dei furgoni militari nelle scuole hanno turbato profondamente i cittadini e la comunità occidentale, ma il ministro dell'Istruzione iraniano Mohammad Mahdi Kazem ha affermato che "nulla è accaduto all'interno degli istituti" e che "nessuno studente è stato portato via". "Abbiamo solo contattato i genitori degli allievi scesi in piazza" ha fatto sapere.
"Mio zio ci ha chiamati questa mattina e ci ha esortato a portare via mia sorella da scuola – ha raccontato al Guardian Mateen, una studentessa di 20 anni di Rash -. Decine di studentesse e di ragazzini sono stati arrestati come criminali. I miei genitori sono subito andati a prendere mia sorella per portarla a casa".
Insegnanti e familiari hanno esortato i ragazzi a non condividere online foto e video della protesta.
Nel frattempo, continui blackout della rete internet hanno danneggiato gravemente le attività commerciali del Paese, compromettendo le vendite delle piccole e medie imprese. I funzionari del governo però non vogliono allentare i controlli per paura che i civili continuino a diffondere filmati delle manifestazioni.