In Iran la polizia uccide ancora, 35enne ammazzata a manganellate durante le proteste
In Iran la brutale violenza della polizia di regime non si ferma. Un'altra studentessa è stata uccisa nelle scorse ore dalle forze di sicurezza, picchiata selvaggiamente a manganellate in strada durante una delle proteste di piazza che da settimane si tengono nel Paese mediorientale. La vittima è la dottoranda 35enne Nasrin Ghadri, originaria di Marivan, che sarebbe stata colpita brutalmente in testa con un manganello venerdì ed era finita in coma prima di esalare l'ultimo respiro sabato.
La giovane donna, che studiava filosofia a Teheran dove aveva un dottorato, partecipava a una delle tante manifestazioni innescate dall'uccisione della ventiduenne curda Mahsa Amini, morta a settembre proprio per le percosse alla testa da parte della polizia morale durante l'arresto per non aver indossato correttamente il velo islamico come prevedono le leggi del regime teocratico iraniano.
La morte di Nasrin Ghadri ha sollevato una nuova ondata di indignazione e proteste nel Paese con centinaia di persone scese in piazza proprio nella città del Kurdistan per urlare slogan e contro il governo e il leader religioso Khamenei. I manifestanti hanno bloccato anche alcune strade ma la polizia ha risposto di nuovo con violenza e brutalità, arrivando a sparare sui dimostranti e ferendo alcune persone.
Secondo i tanti scesi in strada, come già accaduto con altre vittime delle proteste, il governo aveva fatto pressioni, con minacce alla famiglia della ragazza, per forzarli a una veloce sepoltura della donna nella mattina di domenica con la speranza che in questo modo fosse messo tutto a tacere.
L'agenzia di stampa ufficiale iraniana IRNA ha negato le accuse, sostenendo che la famiglia della ragazza aveva improvvisamente perso i contatti con lei e una volta che il genero è entrato nel suo luogo di residenza a Teheran, l'hanno trovata morta. I manifestanti però hanno accusato il governo di aver costretto il padre ad annunciare che la causa della morte della figlia fosse legata ad una "malattia" o a una "intossicazione", versione simile a quella adottata dalle autorità per il caso di Mahsa Amini.
Il corpo di Nasrin è stato comunque sepolto nella città di Marivan, nell'Iran occidentale, in mezzo a una stretta presenza di sicurezza, sia al cimitero che alla casa della famiglia di Nasrin.