In India oltre 400mila casi e record di morti in 24 ore, gli esperti: “Altre ondate inevitabili”
Non si arresta la pandemia di Covid-19 in India, che sta letteralmente soffocando a causa dell'infezione che circola incontrollata. Nelle ultime 24 ore è stato registrato un nuovo record di morti quasi 4.000 morti e 412.000 nuove infezioni, secondo i dati ufficiali rilasciati oggi dalle autorità locali, portando il bilancio complessivo della pandemia nel Paese a 230.168 vittime e 21,1 milioni di contagi. Ma si tratta, come ormai è noto, di cifre sottostimate. Secondo i medici indiani, i numeri effettivi potrebbero essere da cinque a dieci volte superiori i conteggi ufficiali. Intanto, gli ospedali sono sempre al collasso, nonostante gli aiuti internazionali c'è carenza di ossigeno e posti letto e continuano le cremazioni di massa, con centinaia di pire che vengono accese ora dopo ora nelle strade delle grandi città. Gli esperti avvertono, inoltre, che sono inevitabili nuove ondate della pandemia. Come riporta Reuters, è stato in particolare il principale consigliere scientifico del governo, K. VijayRaghavan, a sostenere nel corso di una conferenza stampa che anche dopo che i tassi di infezione saranno diminuiti, il paese dovrebbe essere pronto per una terza ondata. "Dati gli alti livelli di circolazione del di virus, è improbabile che non avvenga, dobbiamo preparaci".
Solo la scorsa settimana l'India rappresentava quasi la metà dei casi di Coronavirus segnalati in tutto il mondo e un quarto dei decessi, per dare l'idea di quello che sta succedendo. Nei scorsi passati la situazione sembrava essere leggermente migliorata, con un calo di contagi giornalieri riportati, ma poi c'è stata una nuova impennata. "Stiamo finendo l'aria. Stiamo morendo", ha scritto in un articolo la vincitrice del premio Booker Arundhati Roy, nel quale ha anche invitato il primo ministro Narendra Modi a dimettersi: "Questa crisi è colpa tua, non puoi fare nulla per risolverla. Le cose possono solo peggiorare, vai via", ha rincarato la dose. Modi è stato ampiamente criticato, anche dagli scienziati indiani, per non aver agito in tempo per fermare la seconda ondata dell'epidemia, dopo che feste religiose e manifestazioni politiche hanno attirato decine di migliaia di persone nelle ultime settimane, diventando eventi "super-diffusori" del virus. Ancora oggi, mentre l'opposizione ha sollecitato un blocco a livello nazionale, il governo sembra essere riluttante a imporne uno per paura delle ricadute economiche.
L'aumento delle infezioni è coinciso inoltre con un drastico calo nel numero delle vaccinazioni effettuate, a causa di problemi di fornitura e consegna, nonostante proprio l'India sia uno dei principali produttori di vaccini. Almeno tre stati, tra cui il Maharashtra, sede della capitale commerciale Mumbai e tra i più colpiti dalla nuova ondata della pandemia, hanno segnalato una scarsità di vaccini, chiudendo alcuni centri di inoculazione. Senza dimenticare il fattore "variante indiana", che potrebbe aver inciso notevolmente sulla diffusione del Covid a partire dallo scorso marzo e sull'aumento del numero dei morti. Campioni contenenti la mutazione B.1.617 sono stati trovati in diversi stati con un numero elevato di casi. Ma un funzionario del Centro nazionale per il controllo delle malattie ha tuttavia affermato alla BBC di non essere ancora in grado di stabilire "completamente" una correlazione tra la variante virale indiana "a doppia mutazione" e l'eventuale maggiore letalità.