In Gran Bretagna aumentano contagi e decessi: per gli esperti è “l’effetto degli Europei”
Il numero di contagi in Gran Bretagna è tornato a salire, ma soprattutto a crescere è il numero dei decessi. Ieri, per esempio, si sono registrati 32mila nuovi casi e 104 morti, un dato che desta preoccupazione. Dopo il ritorno alla normalità in Gran Bretagna, con l’abolizione delle mascherine in tanti luoghi e molte meno restrizioni per accedere anche agli eventi, a preoccupare è il dato della mortalità. Come racconta il Corriere della Sera è aumentata nettamente nell’ultima settimana: il 14% in più a fronte di un aumento del 20% dei contagi, con ricoveri stabili. La campagna vaccinale, intanto, ha raggiunto da qualche giorno una nuova fascia d’età, quella che vai dai 16 ai 17 anni.
Gran Bretagna, secondo esperti Europei hanno causato 5mila contagi
In Gran Bretagna oltre l’85% della popolazione attualmente vaccinabile ha ricevuto almeno la prima dose, mentre ha completato il ciclo vaccinale oltre il 75% di chi ne ha diritto. L’alta copertura vaccinale, però, non basta ad arginare l’aumento dei contagi che si è registrato con la fine delle restrizioni. In più un impatto significativo sull’incremento dei casi, secondo gli esperti, lo avrebbero avuto gli Europei di calcio, soprattutto con le semifinali e la finale giocate a Londra con pochissime restrizioni. Secondo l’Ufficio nazionale di statistica gli Europei hanno causato 5mila nuovi casi.
La protezione dei vaccini e la terza dose
Chris Smith, virologo dell’Università di Cambridge, lancia l’avvertimento: “Non dobbiamo distrarci, sarebbe molto facile distruggere il lavoro fatto finora”. A preoccupare, inoltre, c’è anche il calo della protezione dei vaccini: uno studio realizzato dall’università di Oxford su tre milioni di campioni mostra che 12 settimane dopo il completamento del ciclo la protezione scende per Pfizer dall’85% al 75%, mentre per AstraZeneca dal 68% al 61%. I ricercatori, comunque, assicurano che i vaccini continuano a essere entrambi efficaci, anche contro la variante Delta. Nel frattempo si ipotizza di andare avanti con la somministrazione della terza dose, partendo dai più vulnerabili e fragili per motivi di salute. Si valuta, però, anche l’ipotesi di dare presto la terza dose agli over 50.