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Elezioni in Francia 2024

Alle elezioni in Francia Macron e la sinistra si uniscono nel fronte anti-Le Pen: cosa succede ora

Per frenare l’ascesa dell’estrema destra, oltre 200 candidati al ballottaggio, previsto per domenica 7 luglio, si sono ritirati dalle sfide “triangolari” per favorire la vittoria dell’avversario con maggiori chances di battere il Rassemblement National. Per Le Pen e Bardella la partita si complica. Vediamo cosa potrebbe succedere ora.
A cura di Giulia Casula
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Un'asse anti-Le Pen. È questa la strategia perseguita da Emmanuel Macron e dalla sinistra del Nuovo Fronte Popolare, in Francia, in vista dei ballottaggi che si terranno domenica 7 luglio. Per arginare l'ascesa del Rassemblement National, che al primo turno si è aggiudicato la vittoria con il 33% delle preferenze, la maggioranza centrista del capo dell'Eliseo e la coalizione di sinistra guidata da Jean-Luc Mélenchon hanno siglato ben 218 accordi di desistenza.

In altre parole, in molti dei collegi francesi al ballottaggio oltre 200 candidati – tra Ensemble e NFP –  hanno deciso di ritirarsi nelle cosiddette sfide "triangolari" per favorire la vittoria del candidato con maggiori chances di battere Rn. Secondo le stime di Le Monde, il dietrofront riguarderebbe principalmente il Nuovo Fronte Popolare con 130 ritiri, seguito da Ensemble (82) e dai Repubblicani (2).

Nonostante i candidati in questione avessero ottenuto il pass per il secondo turno, il rischio di consegnare la maggioranza assoluta dell'Assemblea nazionale all'estrema destra ha avuto la meglio sulle divisioni tra i centristi e la sinistra francese. Ora, quindi, per Marine Le Pen l'ipotesi di ottenere 289 seggi sui 577 totali della Camera bassa parigina sembra essere più lontana.

Intanto però, la leader dell'ultradestra ha assicurato che l'assetto della futura squadra di governo sarebbe già predisposto, con il suo delfino, Jordan Bardella pronto a varcare la soglia dell'hotel Matignon, residenza ufficiale del primo ministro francese. Intervistata da France Inter, Le Pen ha assicurato che l'esecutivo targato Rn sarà "completo, competente, composto da persone del Rassemblement national e che hanno partecipato con noi" e da "elementi della società civile".

La leader si è poi scagliata contro gli accordi siglati tra centisti e sinistra, definendoli "il peggior tipo di disprezzo per gli elettori". Le desistenze, infatti, potrebbero complicare la corsa del Rn più del previsto. Al termine del primo round di queste legislative, solo 76 deputati, di cui 39 del Rassemblement National, sono stati eletti direttamente. Per gli altri 501 seggi la partita è rimasta aperta, ma dopo l'intesa tra Ensemble e NFP, il numero di collegi in cui si affronteranno tre o quattro candidati è sceso da 306 a 90. 

Nelle sfide a due la vittoria dell'estrema destra potrebbe non essere così scontata. Resta da vedere però, se domenica prossima gli elettori di Ensemble premieranno la decisione di Macron di allearsi con la sinistra e in particolare, con La France Insoumise di Mélenchon, più volte accusata di antisemitismo ed estremismo.

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