In Danimarca gli studenti tornano a scuola: uno per banco e a due metri di distanza
Mentre in Italia l'ipotesi di riaprire le scuole a maggio è stata definitivamente archiviata e gli studenti torneranno sui banchi solo da settembre c'è un paese in Europa che ha deciso di andare in netta controtendenza: si tratta della Danimarca, paese che ha finora contenuto i contagi a poco più di 7mila casi e 336 morti e che, dopo un mese di lockdown pressoché totale, ha deciso di riaprire asili nido, scuole materne ed elementari, mentre per le superiori si dovrà attendere il dieci maggio.
Il governo ha deciso che studenti e studentesse potranno tornare a scuola entro il 20 aprile: agli istituti è stato dato il tempo per adeguarsi alle rigorose norme di distanziamento sociale, ad esempio la distanza di due metri tra i banchi e la ricreazione a piccoli gruppi, con l'obbligo per tutti gli alunni di lavare accuratamente le mani. Per il momento le lezioni sono riprese solo nella metà dei comuni danesi e nel 35% degli istituti di Copenaghen, mentre gli altri hanno chiesto più tempo per mettersi in regola.
Il provvedimento ha però suscitato non poche proteste tra i genitori, molto preoccupati dal rischio di contagio: alcuni di loro hanno lanciato una petizione che ha raggiunto 18 mila firme per tenere chiuse le scuole, mentre in molti hanno deciso di non correre rischi e non mandare i figli a scuola. Dal canto suo il governo ha garantito un attento e costante monitoraggio della situazione spiegando che qualora le infezioni dovessero crescere repentinamente le scuole verranno nuovamente chiuse.
Nelle ultime settimane la Danimarca ha assistito a un costante calo dei ricoveri ospedalieri: se a marzo erano più di 500 le persone in ospedale alla metà di aprile sono scese a 353. per questa ragione il governo ha deciso la riapertura delle scuole. Allan Randrup Thomsen, docente di virologia sperimentale all'Università di Copenaghen, ha dichiarato: "Abbiamo deciso di imporre il lockdown non appena abbiamo scoperto i primi casi e ciò ci ha permesso di contenere il numero di contagi e non stressare il nostro sistema sanitario".