In cosa consiste l’idea di Trump di “ripulire Gaza” e deportare i palestinesi in Giordania ed Egitto
"Ripulire" Gaza dei suoi legittimi abitanti, i palestinesi. L'idea è stata lanciata sabato scorso da Donald Trump, che parlando con i giornalisti a bordo dell'Air Force One ha dichiarato di voler convincere i leader di Egitto e Giordania ad accogliere un milione e mezzo di profughi della Striscia, un territorio ormai distrutto e diventato inabitabile dopo un anno e tre mesi di bombardamenti israeliani. "Stiamo parlando di un milione e mezzo di persone, e noi ripuliremo tutto", ha detto Trump ai cronisti, definendo Gaza un "cantiere di demolizione" e affermando che la mossa potrebbe essere "temporanea o a lungo termine".
Nello specifico, il presidente degli Stati Uniti ha affermato di aver avuto una lunga conversazione telefonica con il re giordano Abdullah II, al quale avrebbe chiesto la disponibilità ad accogliere un numero maggiore di palestinesi costruendo per loro nuovi alloggi: "Gli ho detto che mi piacerebbe che si occupasse di più di loro, perché in questo momento sto guardando l'intera Striscia di Gaza ed è un disastro, un vero disastro", ha detto il capo della Casa Bianca ai giornalisti.
Giordania ed Egitto contrarie: "La Palestina è dei palestinesi"
Secondo l'agenzia di stampa statale giordana, tuttavia, Donald Trump non avrebbe mai detto apertamente al re di accogliere altri palestinesi. Il regno, d'altro canto, ospita già più di 2,39 milioni di rifugiati registrati, secondo l'ONU, ed ha fatto sapere di volersi impegnare affinché i palestinesi rimangano nella loro terra: "La Giordania è per i giordani, e la Palestina è per i palestinesi". Amman ha dunque ribadito di voler sostenere la posizione dei due popoli e due stati.
Oltre alla Giordania Trump ha chiesto anche all'Egitto di fare di più. Il Sinai infatti confina direttamente con Gaza e secondo il leader USA sarebbe la naturale destinazione di gran parte dei profughi palestinesi. Di questo ha parlato ieri con il presidente egiziano Abdel Fattah el-Sisi il quale, tuttavia, a stretto giro ha rispedito l'idea al mittente. In una nota, infatti, il Ministero degli Affari Esteri del Cairo si è detto contrario "allo spostamento forzato dei palestinesi dalla loro terra. Tali azioni minacciano la stabilità della regione, rischiano di estendere ulteriormente il conflitto e compromettono le opportunità di pace e coesistenza". Anche il Ministero degli Esteri egiziano ha ribadito la necessità di lavorare alla soluzione "due popoli, due stati".
Smotrich: "Quella di Trump è un'idea eccellente"
Mentre la proposta di Trump ha incontrato, almeno per ora, l'opposizione di Egitto e Giordania il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich, di estrema destra, si è detto favorevole, definendo "eccellente" l'idea del leader USA. "Dopo 76 anni durante i quali la maggior parte della popolazione di Gaza è stata tenuta forzatamente in condizioni difficili per preservare l'aspirazione di distruggere lo Stato di Israele, l'idea di aiutarli a trovare altri posti in cui iniziare una vita nuova e migliore è un'idea eccellente", ha affermato Smotrich in una dichiarazione, secondo quanto riferisce Times of Israel.
Hamas e Jihad islamica: "Trump incoraggia i crimini di guerra israeliani"
Di avviso opposto la Jihad islamica palestinese, secondo cui il piano di Donald Trump "incoraggia i crimini di guerra" israeliani. Descrivendo l'idea come "deplorevole", il gruppo, che ha combattuto contro Israele a Gaza insieme ad Hamas fino al cessate il fuoco del 19 gennaio, ha dichiarato: "Questa proposta rientra nel quadro dell'incoraggiamento ai crimini di guerra e ai crimini contro l'umanità, costringendo il nostro popolo a lasciare la propria terra". Secondo un alto funzionario di Hamas, Bassem Naim, "i palestinesi faranno fallire l'idea di Trump" di mandarli via da Gaza. "Come hanno sventato ogni piano di spostamento e di patrie alternative nel corso dei decenni, anche questa volta il nostro popolo sventerà tali progetti."