In corso le evacuazioni dall’acciaieria Azovstal di Mariupol. “Restano 1.000 civili senza cibo e acqua”
Sarebbero almeno 100, per ora, i civili evacuati dall'acciaieria Azovstal a Mariupol. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto sapere dal suo profilo Twitter che l'evacuazione dei civili è iniziata e che il gruppo di circa 100 persone sarà accolto in strutture per rifugiati temporanee a Zaporizhzhia. I corridoi umanitari sono stati aperti e procedono, seppure a rilento, dall'acciaieria Azovstal, cuore dei combattimenti per la conquista di Mariupol (o quel che ne resta), a Zaporizhzhia. L'Onu ha confermato il prosieguo regolare delle evacuazioni: nella mattinata di oggi, domenica 1 maggio, circa 46 persone sono state evacuate dall'acciaieria roccaforte delle forze armate ucraine. Secondo Kiev, altre 20 persone sono state portate via da Azovstal nella giornata di ieri.
Sono stati almeno due i gruppi che hanno raggiunto Zaporizhzhia da Mariupol. Secondo Reuters, a un primo gruppo di 46 persone è seguito un secondo di 14 civili che è stato smistato nel pomeriggio in un centro di accoglienza temporaneo. Tra ieri e oggi, dunque, sarebbero circa 100 le persone evacuate, ma resta ancora molto lavoro da fare.
Nella struttura, almeno secondo quanto riferito dalle forze armate ucraine, vi sono più di 1.000 civili e circa 500 soldati feriti. Le persone rimaste intrappolate nell'acciaieria non avrebbero a disposizione cibo, acqua o gas. Mariupol, invece, è ormai sotto il controllo dei russi che hanno portato avanti decine di bombardamenti nel corso della settimana. Resiste ancora l'acciaieria Azovstal, vera e propria spina nel fianco per il Cremlino che non ha potuto ufficializzare il controllo della cittadina. Anche Papa Francesco aveva lanciato un appello per i corridoi umanitari destinati ai civili intrappolati nella struttura. "Mi chiedo se si stia veramente ricercando la pace, se ci sia la volontà di evitare una continua escalation militare e verbali, se si stia facendo tutto il possibile perché le armi tacciano – ha detto al Regina Caeli in piazza San Pietro -. Non ci si arrenda alla logica della violenza, alla perversa spirale delle armi".