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In carcere da 15 anni per lo stupro di una minorenne, ma è innocente: il caso che scuote la Spagna

La Corte Suprema iberica ha annullato una condanna a carico di un cittadino marocchino, Ahmed Tommouhi, a 24 anni di carcere per lo stupro di una 14enne avvenuto nel ’92. Le accuse si basavano esclusivamente sulle parole della giovanissima, che ha poi ammesso di aver confuso l’uomo, oggi 72enne, con un’altra persona.
A cura di Biagio Chiariello
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Ha trascorso 15 anni in carcere da innocente perché il vero stupratore era un altro. È un clamoroso caso di malagiustizia quello che arriva dalla Spagna dove Ahmed Tommouhi, oggi 72 anni, è stato erroneamente condannato a per due reati di violenza sessuale: a distanza di oltre tre decenni dai fatti, la Corte Suprema ha annullato la sentenza emessa dal Tribunale Provinciale di Barcellona nel 1992, confermando così la sua innocenza.

Ahmed Tommouhi, cittadino marocchino, era stato arrestato nel 1991 insieme a un connazionale per lo stupro di una minorenne di 14 anni a Cornellá (Barcellona). Entrambi erano accusati anche di vari casi di furti: la ricerca di un colpevole ad ogni costo e probabilmente anche l'origine araba dei due, ha portato ad una condanna l'anno successivo a 24 anni di carcere.

Negli anni sono emersi dubbi sulla colpevolezza dei due: incognite legate a perizie scientifiche che non avevano fornito riscontri chiari. Inoltre, anni dopo, la donna aggredita ha ammesso di aver sbagliato a identificare Ahmed come il suo aggressore. Lo stupro era stato perpetrato da un cittadino spagnolo, recidivo, Antonio García Carbonell. Aveva partecipato anche un suo complice mai identificato.

Dopo aver scontato più di tre quarti della pena, riporta la tv pubblica spagnola Tve, Tommouhi era stato rilasciato in libertà vigilata nel 2006. Il suo compagno invece è morto dietro le sbarre nel 2000.

Ora l’Alta Corte ha accolto il ricorso presentato dal condannato che si basa su nuove prove, come le perizie sullo sperma trovato in un indumento intimo della donna aggredita, che non corrisponde a quello di Tommouhi. Secondo la difesa le perizie erano state eseguite nel 1992 dalla polizia ma non erano mai arrivate alla Corte poiché gli esperti non andarono a testimoniare all’udienza.

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