In Austria l’estrema destra non riesce a formare un governo, il leader Kickl rimette il mandato
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In Austria non si insedierà un governo guidato da un partito di estrema destra. Nel breve periodo, perlomeno. Oggi sono infatti crollate le trattative tra il FPÖ, o Partito delle libertà, o il centrodestra conservatore dell'ÖVP, o Partito popolare. Il leader del FPÖ, Herbert Kickl, avrebbe dovuto guidare il governo in questione. Ma a oltre un mese dal momento in cui ha ricevuto il mandato, Kickl non è riuscito a trovare un compromesso con i Popolari.
È stato poi lo stesso Kickl ad annunciare il fallimento dei negoziati, dando la colpa all'ÖVP, e a rimettere il mandato per la formazione di un esecutivo nelle mani del presidente austriaco Alexander Van der Bellen. Secondo quanto emerso, il problema principale sarebbe stato che il FPÖ voleva guidare il ministero dell'Interno e quello delle Finanze, lasciando agli alleati altri dicasteri di peso. Ma i Popolari non avrebbero accettato.
Kickl, che si fa chiamare "Volkskanzler" (ovvero "cancelliere del popolo, un'espressione che anche Adolf Hitler utilizzava), sarebbe stato il primo leader di estrema destra per l'Austria dalla fine della Seconda guerra mondiale. Tra il 2017 e il 2019, in un governo di cui il FPÖ faceva parte come forza ‘minore', Kickl non era leader del partito e aveva ricoperto l'incarico di ministro dell'Interno. Negli ultimi anni il 56enne ha spinto sempre di più la sua retorica estremista su Europa, immigrazione e rapporti con la Russia, tra gli altri temi.
Ora la questione è tornata al presidente Van der Bellen, che come avviene in Italia ha il compito di decidere chi può provare a formare un governo e, se necessario, scogliere il Parlamento e convocare nuove elezioni. L'ipotesi del voto anticipato non è sicuramente da escludere: gli austriaci hanno votato a settembre, e il FPÖ ha vinto con il 29% dei voti circa, seguito dai Popolari con il 26% e poi dai Socialdemocratici. Da allora però non si è trovata la quadra per la nascita di un governo.
Una prima trattativa è partita tra Socialdemocratici, Popolari e un partito centrista (NEOS), tutti che escludevano di volersi alleare con il FPÖ, ma si è arenata a gennaio dopo alcuni mesi. A quel punto è arrivato il tentativo di Kickl, che adesso è fallito. L'impressione, stando ai sondaggi, è che se si votasse oggi il Partito della libertà otterrebbe un risultato ancora più netto, ma comunque non sufficiente a governare da solo.
Un'altra possibilità per il presidente Van der Bellen è provare spingere per la formazione di un governo di minoranza, oppure di un governo tecnico. In alternativa. In alternativa, potrà tentare un nuovo giro di consultazioni per ‘sondare il terreno' e capire se adesso gli altri partiti pensano di poter trovare un accordo per escludere l'estrema destra. Lo stallo politico, comunque, non sembra vicino a una soluzione.