In Afghanistan è ricominciato l’anno scolastico, ragazze ancora escluse dall’istruzione
Le scuole afgane hanno riaperto questa mattina confermando, per il terzo anno consecutivo, il divieto alle ragazze di frequentare le classi secondarie. Le autorità talebane avevano escluso le bambine dalla scuola secondaria già nel marzo 2022, dopo essere tornate al potere nel 2021 e aver spodestato il governo sostenuto dall'Occidente, in primis dagli Stati Uniti. Il Ministero dell'Istruzione ha annunciato ieri l'apertura del nuovo anno scolastico, un giorno prima dell'inizio del nuovo anno secondo il calendario afghano. Alle giornaliste è stato espressamente impedito di partecipare alla cerimonia.
Il governo talebano ha imposto un'interpretazione estremamente rigida dell'Islam, con quello che le Nazioni Unite hanno definito "apartheid di genere". In un rapporto congiunto presentato alcuni mesi fa al Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Richard Bennett, relatore speciale sulla situazione dei diritti umani in Afghanistan, e Dorothy Estrada-Tanck, presidente del gruppo di lavoro sulla discriminazione contro le donne e le ragazze, hanno affermato che la situazione delle donne e delle ragazze in Afghanistan era la peggiore a livello globale.
"Le donne e le ragazze in Afghanistan stanno subendo una grave discriminazione che può equivalere a persecuzione di genere – un crimine contro l’umanità – ed essere caratterizzata come apartheid di genere, poiché le autorità di fatto sembrano governare attraverso una discriminazione sistemica con l’intenzione di sottoporre donne e ragazze a dominio totale", ha detto Bennett. Secondo Estrada-Tanck "in nessun’altra parte del mondo si è verificato un attacco così diffuso, sistematico e onnicomprensivo ai diritti delle donne e delle ragazze come in Afghanistan".
Gli editti emessi dai talebani da quando hanno preso il controllo del paese nell’agosto 2021 hanno imposto diffuse restrizioni ai diritti delle donne e delle ragazze, compresa la libertà di movimento, abbigliamento e comportamento, l’accesso all’istruzione, al lavoro, alla salute e alla giustizia. Le restrizioni hanno anche influenzato drammaticamente la partecipazione delle donne e delle ragazze alla vita politica, pubblica, economica e socioculturale, e hanno portato a un aumento significativo della violenza coniugale e intrafamiliare contro donne e ragazze.