In 100 chiusi nel tir per imbarcarsi verso l’Europa: 8 migranti morti soffocati, 6 bambini
Ennesimo dramma dell'immigrazione nelle scorse ore in Libia, questa volta non in mare come purtroppo siamo abituati a vedere spesso ma a terra, in porto. Come ha reso noto la direzione della sicurezza nazionale di Zuara, nel nord-ovest della Libia, infatti, otto migranti hanno perso la vita dopo essere rimasti soffocati all'intero di un tir in cui erano stati rinchiusi un centinaio di persone con lo scopo di farle imbarcare su un cargo diretto verso i porti europei. Tra le vittime purtroppo sei erano bambini. Secondo le stesse fonti, quando le forze dell’ordine sono intervenute sul posto dopo una segnalazione, i migranti erano stati abbandonati all’interno del rimorchio chiuso già da lungo tempo e l'aria era diventata irrespirabile anche a causa delle esalazioni della benzina accatastata nello stesso container in alcune taniche.
Oltre alle 8 vittime, altre decine di persone sono state ricoverate per problemi respiratori e sono in condizioni critiche. Si tratterebbe di migranti provenienti da diversi Paesi africani e asiatici come Pakistan e dal Bangladesh. Erano chiusi all'interno di un container refrigerato per il trasporto di carne o pesce, trovato appena fuori Zuara, vicino al complesso petrolifero e del gas di Mellitah, a circa 110 km dalla capitale, Tripoli.
Proprio la situazione libica è stata oggi al centro del dibattito pubblico e politico italiano dopo che la Commissione Ue ha risposto al Ministro dell'intero Matteo Salvini ribadendo che "nessuna operazione europea o nave europea fa sbarchi in Libia perché la Libia non è considerata un porto sicuro". Il chiarimento dell'Unione europea dopo che Salvini aveva esortato a cambiare atteggiamento spiegando: "Dobbiamo cambiare la normativa e rendere i porti libici sicuri. C’è questa ipocrisia di fondo in Europa in base alla quale si danno soldi ai libici, si forniscono le motovedette e si addestra la Guardia Costiera ma poi si ritiene la Libia un porto non sicuro". Alla risposta della Ue, il vicepremier poi ha replicato: «La Ue vuole continuare ad agevolare il lavoro sporco degli scafisti? Non lo farà in mio nome. O si cambia o saremo costretti a muoverci da soli".